Uno studio, condotto da Roberto Dondé, ricercatore presso l’Istituto per l’Energetica e le Interfasi del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha dimostrato che questo sistema consente di ottenere un diametro medio delle gocce nebulizzate comparabile a quello degli apparecchi tradizionali per l’aerosol, associando alla comprovata efficacia una maggiore praticità d’uso. «Le patologie più frequenti delle alte vie aeree sono le riniti vasomotori allergiche e non allergiche e le forme infettive quali le rinosinusiti» ricorda Matteo Gelardi, presidente dell’Accademia italiana di rinologia (Iar). Tra le strategie terapeutiche di queste forme, sostiene, «un ruolo di rilievo può essere svolto dall’acido ialuronico, il quale faciliterebbe il ripristino della clearance mucociliare, compromessa dalla patologia immunoflogistica». Uno suo studio pubblicato su “International Forum of Allergy & Rhinology”, infatti, ha dimostrato mediante esame citologico in 78 pazienti con rinite allergica e non allergica – dopo somministrazione per un mese di corticosteroidi e antistaminici più, in modo randomizzato, acido ialuronico o soluzione salina per via endonasale – una significativa riduzione, nel gruppo acido ialuronico, dei neutrofili (responsabili dei disturbi) e un miglioramento dei sintomi (starnuti, rinorrea e congestione nasale). Questo trattamento, continua Gelardi, si è dimostrato utile anche nel post-operatorio dei pazienti sottoposti a chirurgia Fess (Functional endoscopic sinus surgery) «considerata lo standard di cura nelle rinosinusiti refrattarie al trattamento medico ma che può determinare croste estese, alterazioni della mucosa e disturbi respiratori per presenza di secrezioni, edema e sanguinamenti».
Anche in questo caso, evidenzia, la nebulizzazione locale di acido ialuronico ad alto peso molecolare può accelerare il processo di “remodelling”, abbreviando cioè la riduzione dei tempi di guarigione e dello stato infiammatorio. L’agevolamento del drenaggio mucociliare e di un’adeguata riepitelizzazione della mucosa nasale si ottiene anche dopo la chirurgia del naso (rinoplastica, chirurgia dei turbinati, etc), ha aggiunto Paolo Castelnuovo, direttore della Clinica otorinolaringoiatrica dell’Università dell’Insubria. Questo dispositivo, ha aggiunto infine Sandro Gerli, associato di Ginecologia e ostetricia dell’Università di Perugia, è utile nella «rinite gravidica, che si manifesta nel 30% delle donne durante l’ultimo trimestre di gravidanza». Spesso sottovalutata dalle gestanti, rivela, «in realtà può causare numerose complicanze come ipertensione gestazionale, ritardato sviluppo fetale in utero e minore benessere neonatale alla nascita». In questi casi l’acido ialuronico è un’opzione di prima scelta perché non ha controindicazioni ed è una sostanza presente naturalmente nell’organismo.
fonte: doctor33.it