E’ noto che sostanze presenti nella flora intestinale sono in grado di passare la barriera intestinale e produrre effetti sul sistema nervoso.
I ricercatori hanno analizzato la composizione del microbiota in soggetti che soffrivano di disturbi gastrointestinali, un disagio molto frequente tra le persone affette da autismo.
L’obiettivo era caratterizzare i microrganismi presenti, verificare se vi fossero delle diversità rispetto a soggetti sani, individuare eventuali marcatori.
Questo tipo di studio analitico è fondamentale per capire se il microbiota intestinale ha un ruolo nello sviluppo della malattia e, in ultima analisi, comprendere l’influenza dei fattori ambientali o alimentari.
Lo studio ha utilizzato tecniche di metagenomica e bioinformatica per caratterizzare le centinaia di batteri e, per la prima volta, anche di funghi presenti nell’intestino ( questi ultimi rappresentano circa l’1-2% del microbiota intestinale ).
I risultati hanno fornito un set di marcatori per valutare e guidare studi di intervento sulla dieta, che è alla base della composizione del microbiota.
Nei soggetti presi in esame, il profilo di cinque generi microbici e uno fungino, inclusi i coliformi, Clostridium e Candida, appaiono aumentati al crescere della gravità dei sintomi.
E’ stata inoltre riscontrata la presenza di Escherichia coli, un batterio rivelatore di stati infiammatori.
Sebbene non si sia ancora arrivati a definire un profilo di microbiota comune per l’autismo, le informazioni prodotte dallo studio consentiranno, nell’immediato, di individuare misure di intervento sull’alimentazione, integrando probiotici e prebiotici, tali da ridurre la sintomatologia gastrointestinale, spesso invalidante.
In prospettiva aiuteranno a comprendere la relazione tra regime alimentare e malattia, permettendo di migliorare la qualità di vita dei pazienti. ( Xagena Medicina )
Fonte: Ibba-CNR, 2017
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