IL MICROBIOTA INTESTINALE: BENEFICI SULLE ALLERGIE NEI BAMBINI
Il microbiota intestinale è caratterizzato da una comunità di microorganismi che risiedono o che transitano nel tratto digestivo; presenta molteplici funzioni benefiche, come: l’effetto barriera contro gli agenti patogeni, l’immunomodulazione e azioni sulla troficità, sulla permeabilità e sulla motilità intestinale.
Grazie a molteplici ricerche è stata scoperta una correlazione tra il microbiota intestinale e le allergie nei bambini. Infatti, l’incidenza delle allergie infantili è aumentata ulteriormente negli ultimi anni. Nel mondo oltre mezzo miliardo di bambini soffrono di allergia, statisticamente almeno 1 bambino su 20 ne soffre.
Il microbiota intestinale è caratterizzato da una comunità di microorganismi che risiedono o che transitano nel tratto digestivo; presenta molteplici funzioni benefiche, come: l’effetto barriera contro gli agenti patogeni, l’immunomodulazione e azioni sulla troficità, sulla permeabilità e sulla motilità intestinale.
Grazie a molteplici ricerche è stata scoperta una correlazione tra il microbiota intestinale e le allergie nei bambini. Infatti, l’incidenza delle allergie infantili è aumentata ulteriormente negli ultimi anni. Nel mondo oltre mezzo miliardo di bambini soffrono di allergia, statisticamente almeno 1 bambino su 20 ne soffre.
Il microbioma intestinale e i fattori influenzanti
Tra i fattori che modificano il microbiota intestinale, annoveriamo:
La nutrizione, che ha effetti significativi sul microbiota intestinale. È stato riscontrato che il latte materno promuove la colonizzazione di batteri benefici diminuendo l’insorgenza di malattie allergiche. Tuttavia, tali studi che correlano la nutrizione materna a quella artificiale sono stati inconcludenti.
L’utilizzo di antibiotici, che potrebbe ridurre gli effetti benefici del microbiota intestinale, per esempio, si è osservato che l’assunzione di antibiotici durante la gravidanza porterebbe un’alterazione nel microbiota intestinale e nella produzione di metaboliti batterici nei primi 3 mesi di vita.
Lo studio di Yan Shao e dei colleghi del Wallcome Sanger Institute, pubblicato su Nature, dimostra la correlazione tra la modalità del parto e il microbiota intestinale. Immediatamente dopo la nascita, i neonati sperimentano una rapida colonizzazione da parte di microrganismi provenienti dalle loro madri e dall’ambiente circostante. Le malattie dell’infanzia e della tarda età sono potenzialmente mediate dalla perturbazione della colonizzazione del microbiota intestinale del neonato. Difatti, nei bambini partoriti con taglio cesario si evidenzia una maggiore colonizzazione di agenti patogeni associati all’ambiente ospedaliero. Tuttavia, gli effetti del parto tramite taglio cesareo sulle prime fasi dell’acquisizione e dello sviluppo del microbiota intestinale, durante il periodo neonatale (≤1 mese), rimangono controversi.
Lo Studio Italiano
Per questa ragione un gruppo di ricercatori, dell’Università di Federico II, per esaminare le caratteristiche del microbiota intestinale ha analizzato i campioni fecali di 30 bambini sani e 90 affetti da allergie alimentari e respiratorie; dallo studio sono emerse specifiche firme microbiche, dove si è rilevata una maggioranza di geni microbici nella produzione di molecole infiammatorie.
Nel microbioma intestinale dei bambini allergici, i ricercatori hanno riscontrato un aumento del numero di geni coinvolti nella produzione di lipopolisaccaridi, che stimola la produzione di molecole immunitarie infiammatorie ed è associato allo sviluppo di sinusite allergica e ureasi.
Dai risultati è emerso che la produzione di molecole pro-infiammatorie è associata ad un aumento dell’infiammazione tipica dell’allergia. Per questo motivo, è necessario identificare le firme microbiche tipiche delle malattie allergiche e comprendere il potenziale funzionale del microbioma intestinale alterato.
A conferma di tale ricerca vi è stato uno studio italiano, pubblicato su Nature Communications, il quale rivela significanti relazioni tra il microbiota intestinale e lo sviluppo di asma, rinite allergica ed eritema nei primi anni di vita.
I risultati, pervenuti dalle ricerche, potrebbero, quindi, essere un trampolino di lancio nello sviluppo di nuove strategie per prevenire e curare le allergie nei bambini.