Positivo alla colorazione di Gram, non emolitico, commensale e normale abitatore dell’intestino umano, l’Enterococcus faecium è stato, nell’ultima decade, oggetto di studi di un gruppo di ricerca russo guidato dal Prof. Alexander Suvorov.
Quest’ultimo è riuscito ad isolare un particolare ceppo, identificato in seguito come L3, capace, dopo somministrazione orale, di un effetto eubiotico visualizzato tanto nell’intestino quanto nell’area vaginale.
Caratterizzato dalla capacità di sintesi e rilascio di due particolari batteriocine (enterocina A ed enterocina B, entrambi termostabili e a basso peso molecolare), il ceppo ha dimostrato di competere efficacemente, per la medesima nicchia ecologica, con molti altri microrganismi tra i quali lo Streptococcus agalactiae.
La co-coltura dei due ceppi su terreno favorente la crescita di entrambi mostra infatti come lo sviluppo dell’L3 vada di pari passo con la morte dello streptococco.
Ad oggi non sappiamo con esattezza come opera a livello molecolare l’Enterocina B.
Sappiamo però con esattezza come opera l’Enterocina A. Batteriocina del tipo delle “pediocine” presenta una struttura “a gancio” che fisicamente è in grado di “aprire” strutture proteiche specifiche poste nella membrana batterica, determinando la lisi del batterio.
Ovviamente, produttori di Enterocina A come il ceppo L3 risultano protetti dalla presenza di un fattore di immunità.
Studi successivi hanno poi dimostrato come il ruolo “antibiotico” dell’L3 non si esaurisca affatto in un’azione eubiotica anti-streptococco, ma al contrario sia rilevante anche nei confronti di altri microrganismi coinvolti anch’essi in un importante contesto “intestino- vagina”, quali batteri dei generi Micoplasma, Listeria, Escherichia, Shigella, Salmonella, Proteus, Klebsiella e funghi del genere Candida.
Il ceppo L3 è in grado quindi di uccidere streptococchi, micoplasmi, candide, etc. determinandone la lisi. E questa sua capacità, oltre a tutte le altre sue caratteristiche che ne hanno consentito la selezione (resistenza in ambiente acido e nella bile, adesività, proliferazione, colonizzazione e antibiotico-sensibilità), e il deposito il 25 marzo 2013 presso la BCCM/LMG, Bacteria Collection di Gent in Belgio, lo rende un candidato ideale a favorire l’eubiosi vagino-rettale sia durante che nella fase finale della gravidanza.
Effettivamente uno studio pilota, non ancora pubblicato, eseguito in Russia sotto l’egida dei Servizi Sanitari afferenti al Ministero dei Trasporti (dipartimento Ginecologia ed Ostetricia; responsabile sanitario Dr.ssa T.G. Kovaleva) ha dimostrato che il trattamento di 112 donne in gravidanza con il ceppo L3 riduceva sensibilmente le infezioni da streptococco e da candida.
Il ceppo L3 non è solo capace di determinare effetti eubiotici di tipo ginecologico nella donna in gravidanza. Altri studi hanno infatti dimostrato come la somministrazione del ceppo L3 a neonati prematuri sottoposti a terapia antibiotica fosse responsabile di una significativa riduzione della frequenza di complicazioni infettive (20.7% nei trattati verso 53.9% nei controlli).
Nei medesimi studi si dimostrava in particolare una riduzione della persistenza di Clostridium difficile.
Nei neonati “maturi” la terapia con L3 riduceva invece il rischio di disturbi dispeptici. Questi fenomeni si accompagnavano inoltre, sia nei maturi che nei pretermine, ad un incremento della crescita di bifidobatteri e lattobacilli intestinali.
Questi dati dimostrerebbero in parole povere che la somministrazione dell’L3 durante la gravidanza potrebbe essere sia in grado di determinare una maggiore eubiosi ginecologica per la donna, che diversi vantaggi nel nascituro, qualora il ceppo riuscisse a trasferirsi, durante le fasi del parto, anche al neonato.
La possibile trasmissione verticale madre-nascituro di L3 che potrebbe verificarsi durante il passaggio nel canale del parto potrebbe quindi ridurre le infezioni neonatali, la diarrea da Clostridium difficile, le manifestazioni dispeptiche, incrementando al tempo stesso le colonie intestinali di bifidi e lattici, con una conseguente azione eubiotica.
Fonte: Argomenti di Terapia Batterica, CEC editore