Le specie vegetali comunemente conosciute come “senna” hanno una lunga tradizione d’uso in ambito farmaceutico, per il trattamento di disturbi dell’apparato gastrointestinale, ma che sono utilizzate anche in integratori alimentari, alimenti comuni, cosmetici. Sono circa 330 le specie di Cassia esistenti di cui circa 300 sono state trasferite, per questioni evolutive, al genere Senna e circa 30 specie sono state mantenute nel genere Cassia.1 Ventitré specie di Cassia Sudanese sono state riclassificate in tre generi affini: Senna Mill. (13 specie), Chamaecrista Moench. (3 specie) e Cassia L. (7 specie).2 Negli USA, il nome comune “senna” si riferisce alla Senna alexandrina Mill.3 Questo nome può essere confuso con Cassia angustifolia, Cassia acutifolia e Cassia senna, che sono considerati sinonimi “accettati” per Senna alexandrina. La farmacopea europea continua, invece, a trattare la Cassia angustifolia e la Cassia senna come specie distinte, ciascuna avente differenti origine geografiche, morfologia, qualità e contenuto in principi attivi. Questo articolo tratterà di queste due specie facendo riferimento ai nomi botanici e commerciali. Non saranno presi in considerazione, invece, altri tipi di senna come la senna americana (Cassia marilandica L.), precedentemente inclusa nella farmacopea statunitense (USP)4; la senna nigeriana o senna “coffee” (Cassia occidentalis L.) presente nella farmacopea ghanese delle piante nel 20155; la senna “dog”, conosciuta anche come senna del Senegal o di Tripoli (Cassia italica (Mill.) Spreng), descritta nella Farmacopea del Mali6; la Cassia fistula L. inclusa nella farmacopea ayurvedica indiana – I volume7; la senna “tigna” (Senna alata (L.) Roxb.) presente nella farmacopea delle piante della Malesia del 2015; la senna “sickle-pod” (Cassia obtusifolia L. e/o Cassia tora L.), descritta nella Farmacopea della Repubblica popolare cinese del 20158 e in quella ayurvedica indiana – III Volume; e la senna del conciatore (Cassia. auriculata L.) usata anche nella medicina ayurvedica.9 La Cassia angustifolia Vahl (sin. Senna alexandrina Mill.) che proviene dalle zone semi aride ed aride dell’India e la Cassia senna L. (sin. Senna alexandrina Mill. e Cassia acutifolia Delile) proveniente dal Sudan e dall’Egitto, sono piante xerofite perenni (si sono adattate a sopravvivere con poca acqua)10 che raggiungono fino a 1-2 m di altezza. Hanno piccoli fiori gialli e foglie composte da 4-8 coppie di foglioline di colore dal blu-verde al verde chiaro che effondono un caratteristico odore fetido quando pestate.11 Le foglie della Cassia angustifolia sono lunghe da 20 a 50 mm e larghe al centro 7-20 mm, mentre quelle della Cassia senna variano da 15 a 40 mm in lunghezza e da 5 a 15 mm in larghezza. I frutti essiccati (baccelli) della Cassia senna sono lunghi generalmente 40-50 mm, con una larghezza di almeno 20 mm, con 6 o 7 semi ciascuno; contengono circa il 3,4% di glicosidi idrossiantracenici (HAG). Per la Cassia angustifolia la lunghezza dei baccelli varia in genere tra 35 e 60 mm, mentre la larghezza tra 14 e 18 mm, con 5 a 8 semi ciascuno; il contenuto di HAG dei frutti è di circa il 2,2%.12 La Cassia senna, conosciuta sul mercato come “Senna alessandrina”, riferendosi al principale porto egiziano da dove veniva storicamente esportata,13 proveniva principalmente da alcuni paesi dell’Africa settentrionale (Egitto e Sudan),14 Africa orientale10 e, attraverso il Mar Rosso, da Hejaz (una regione nell’Arabia Saudita occidentale).15 In Egitto, questa specie si ritrova soprattutto nella parte meridionale del deserto orientale (zona nel deserto del Sahara tra il fiume Nilo e il Mar Rosso) così come nelle regioni di Gebel Elba e del Sinai.10 In Sudan, la Cassia senna (che corrisponde alla senna di Khartum) è diffusa in particolar modo nel deserto nubiano e lungo il corso del fiume Nilo, dallo stato sudanese centrale di Khartum nel nord-ovest del paese, a Dongola situato nel Sudan settentrionale.16 Questa specie di pianta è diffusa anche nel nordest del Sudan lungo la costa del Mar Rosso verso i paesi dell’Africa orientale, Eritrea, Gibuti, Somalia e Kenya.10 La Cassia angustifolia, conosciuta come “senna Tinnevelly” o “senna indiana”11 è originaria della Penisola araba, del Somaliland17 e dello Yemen.18 Fu introdotta in India nella metà del XVIII secolo nel distretto di Tirunelveli nel Tamil Nadu, che era conosciuto come Tinnevelly durante il dominio coloniale britannico. La coltivazione della senna è stata introdotta solo recentemente, verso la fine del XX secolo, nello stato indiano del Rajasthan.19 La sua presenza allo stato selvatico nello stato indiano di Gujarat sta ad indicare che la Cassia angustifolia si è naturalizzata da circa 250 anni dopo la sua introduzione.17 A produrre oggi la maggior parte della senna presente sul mercato globale sono i tre stati indiani del Tamil Nadu, Rajasthan e Gujarat.
Significato storico e culturale
“Cassia” deriva dal greco kasia (“Arbusto aromatico”), che fu in seguito utilizzato dal botanico svedese Carl Linnaeus (1707- 1778) in riferimento alla senna usata come medicinale.20 Il termine “senna”, invece, deriva dalla parola araba sanaa (che significa “cespuglio spinoso”), o anche sana in persiano e sena in urdu.21 Nella sua pubblicazione del 1753 “Species Plantarum”, Linneo elencò 26 specie di Cassia, tra cui la Cassia senna stabilendo il suo habitat in Egitto.22 Successivamente, nella sua opera del 1790 Symbolae Botanicae, il botanico ed erborista danese-norvegese Martin Henrichsen Vahl (1749-1804) chiamò la stessa specie Cassia angustifolia, riportandone l’habitat in Arabia.23 Analisi chimiche di residui di vino assorbiti da vasi di ceramica risalenti al 3150 a.C. suggerirebbero che la senna possa essere stata un componente di certi vini medicati in uso nell’antico Egitto, anche se i dati non sono ancora conclusivi.24 Mentre talune fonti indicano che la senna era usata nell’antica medicina egiziana – come riportato nel Papiro Ebers, un formulario di prescrizioni datato intorno al 1550 a.C.25 – altre sostengono invece che non vi sia alcuna evidenza archeobotanica a sostegno dell’uso della senna nell’antico Egitto.26 Nel 1834, l’esperto di mummie Thomas Joseph Pettigrew (1791- 1865) descrisse un metodo di imbalsamazione che consisteva nel lavare l’interno del corpo con un liquore ad azione purgante, presumibilmente preparato con un infuso di senna e cassia (Cinnamomum spp., Fam. Lauraceae), a cui seguiva la salatura del corpo per 70 giorni.27 Tuttavia, un documento pubblicato nel 1960 in Economic Botany ha contestato il racconto di Pettigrew, sostenendo come fosse estremamente difficile pensare che la senna o la cassia fossero usate a quel tempo per l’imbalsamazione.14 Mentre l’uso catartico della senna è stato documentato per la prima volta nel IX secolo in Arabia,13 fonti archeologiche testimoniano il commercio dei baccelli di senna da parte dei primi romani (I e II secondo) attraverso il porto di Berenike sul Mar Rosso, che funzionava come snodo commerciale tra il Mediterraneo ed il bacino dell’Oceano Indiano.28 Secondo alcune testimonianze storiche sembra che mercanti arabi avessero avviato un commercio di erbe tra Impero Romano e India. Tra le piante commercializzate la Cassia fistula proveniente da India, Babilonia ed Arabia, la senna da specie di Cassia originarie della Nubia, Arabia ed India, ed una preparazione a base di senna “sickle-pod” (Cassia tora L.).29 Fonti storiche suggeriscono che nel IX secolo Serapione il Vecchio, medico arabo di Baalbek (Libano), fu il primo a raccomandare l’uso medicinale della senna. Il medico ebreo-egiziano Yitzhak ben Shlomo ha-Yisrael, conosciuto anche come Isaac Judaeus (832-932 circa), scriveva che la senna proveniente dalla Mecca era quella di qualità migliore. In ogni caso, i medici arabi sono ritenuti responsabili dell’introduzione della senna nella medicina europea.18 A causa degli effetti collaterali conosciuti della senna (disturbi addominali di lieve entità o crampi) correlati all’assunzione di preparazioni monocomponenti, questa pianta era tradizionalmente impiegata in formulazioni contenenti altre erbe in grado di contrastare tali eventi avversi. Nel 1820, le foglie di Cassia senna sono state incluse nel primo Materia Medica della prima pubblicazione della farmacopea statunitense, così come nelle monografie di diverse preparazioni medicinali tradizionali a base di senna. Esse comprendono: • “Confettura di senna”, chiamata anche “Lenitive Electuary”: foglie di senna con coriandolo frutto (Coriandrum sativum L., Apiaceae), radice di liquirizia (Glycyrrhiza glabra L., Fabaceae) frutto del fico (Ficus carica L., Moraceae), frutto del prugno (Prunus domestica L., Rosaceae), la polpa del frutto del tamarindo (Tamarindus indica L., Fabaceae) e zucchero raffinato. • “Infuso composto di senna”: foglie di senna con super tartrato di potassio, radice di zenzero (Zingiber officinale Roscoe, Zingiberaceae] e acqua bollente. • “Infuso di senna e tamarindo”: foglie di senna con frutto del tamarindo, frutto del coriandolo, zucchero e acqua bollente. • “Tintura aromatica di senna”, conosciuta anche come “Warner’s Gout Cordial”: foglie di senna con frutto del coriandolo (Coriandrum sativum L., Apiaceae), frutto del finocchio (Foeniculum vulgare Mill., Apiaceae), legno di sandalo rosso (Pterocarpus santalinus L.f., Fabaceae), stigmi dello zafferano (Crocus sativus L., Iridaceae), radice di liquirizia (Glycyrrhiza glabra L., Fabaceae), uva passa snocciolata (Vitis vinifera L., Vitaceae) e alcol diluito. • “Tintura composta di senna”, chiamato anche “Elixir di salute”: foglie di senna con radice contusa di gialappa (Ipomoea jalapa (L.) Pursh, Convolvulaceae), frutto del coriandolo, il frutto di carvi (Carum carvi L., Apiaceae), seme contuso del cardamomo (Elettaria cardamomum (L.) Maton, Zingiberaceae), alcol diluito e zucchero.4 Nel 1833, una monografia dal titolo “Senna, Stati Uniti, (Sennae Folia)” è stata inclusa nella prima edizione del United States Dispensatory (USD). Per l’uso come purgante, la monografia USD raccomandava di preferire l’infuso di foglie di senna alla confettura o tintura.13 Il governo indiano ha fissato degli standard per definire i diversi gradi di qualità della senna prodotta in India. Oltre alle monografie ufficiali della senna contenute nella Farmacopea indiana30, nella farmacopea ayurvedica indiana7 e nella Farmacopea Unani indiana21, il Ministero dell’agricoltura indiano, nel 1964, ha stabilito i gradi “AGMARK” che consentono di definire la qualità delle foglie e dei baccelli della senna Tinnevelly (Cassiaangustifolia) e di miscele di foglie di senna Tinnevelly con foglie di senna del conciatore ( Cassia auriculata).31 Nel 1975, la FDA (Food and Drug Administration) statunitense ha proposto l’istituzione di monografie per farmaci da banco (OTC) a base di preparazioni di senna (es. foglie in polvere, estratto fluido, estratto del frutto, concentrato dei baccelli, sciroppo, sennosidi A e B in forma cristallina) considerate sicure ed efficaci come lassativi stimolanti per il sollievo a breve termine della stitichezza.32 I lassativi stimolanti agiscono favorendo la motilità intestinale con una o più azioni dirette sull’intestino. Dieci anni dopo, nel 1985, la FDA pubblicò la bozza della monografia finale dei farmaci lassativi OTC elencando gli stessi ingredienti a base di senna di cui sopra con relativa dose e indicazioni da riportare in etichetta.33 Tuttavia, nel 1998, l’Agenzia ha proposto di modificare la monografia finale data la riclassificazione del lattice di aloe (Aloe barbadensis Mill. e A. ferox Mill., Xanthorrhoeaceae), del principio attivo “bisacodile”, della corteccia della cascara sagrada (Frangula purshiana Cooper, Rhamnaceae) e della senna (compresi i sennosidi A e B) dalla Categoria I (GRASE, generalmente riconosciuti come sicuri ed efficaci) alla Categoria III (sicurezza e/o efficacia sconosciute; sono richiesti ulteriori test).34 Con la decisione finale, risalente al 2002, solo l’aloe e la cascara sono state rimosse dalla monografia della FDA ed inserite nella Categoria III. La senna e sue preparazioni ufficiali sono ritenute sicure ed efficaci come ingredienti attivi di farmaci OTC ad azione lassativa.35 La farmacopea statunitense (USP) contiene le monografie ufficiali di “senna foglie”, “senna baccelli”, “estratto fluido di senna”, “soluzione orale a base di senna”, “sennosidi” e “compresse a base di sennosidi”. 36 Nel 2000, l’FDA decise che alcune indicazioni autorizzate per i farmaci dalle relative monografie, come ad esempio “sollievo in caso di stitichezza occasionale”, fossero accettabili anche per gli integratori alimentari, in quanto la stipsi occasionale non è un sintomo caratteristico di una malattia. 37 A seguito di questa decisione era facile trovare sul mercato farmaci OTC a base di senna accanto ad integratori alimentari sulla cui etichetta era riportato lo stesso claim. L’unica differenza è che sull’etichetta dell’integratore si devono obbligatoriamente trovare le seguenti avvertenze: Questo prodotto non è destinato a curare, trattare, attenuare o prevenire una malattia” e “Questo claim non è stato valutato dalla Food and Drug Administration. Nel 1993, la Commissione tedesca E ha autorizzato l’uso della senna “foglie” e “baccelli” come farmaci senza prescrizione per il trattamento della costipazione.38 Queste monografie sono state successivamente sostituite dalle monografie dell’EMA (Agenzia europea per i medicinali). Nel 1999, le monografie complete (qualità e terapia) per “Folium Sennae” e “Fructus Sennae” sono state incluse nel volume n. 1 delle “WHO Monographs on Selected Medicinal Plants”.6 Nel 2006, l’EMA ha pubblicato le monografie sugli standard di etichettatura per senna foglie39 e baccelli40 (qualità secondo “PhEur – Farmacopea europea”, per senna alessandrina/ Khartoum o per senna indiana/ Tinnevelly), applicabili quando usate come principi attivi di prodotti medicinali a base di erbe nell’UE. Analogamente, il Consiglio d’Europa, European directorate for quality of medicines (EDQM) ha pubblicato le monografie per gli standard qualitativi di: “senna alessandrina baccelli PhEur”, “senna Tinnevelly baccelli PhEur”, “senna foglie PhEur” ed “estratto secco standardizzato di senna foglie PhEur”.12
Attuali usi autorizzati della senna in cosmetica, in alimenti e farmaci
Sebbene i tipi di senna descritti in questo articolo provengano dall’Africa settentrionale e orientale e dalla vicina Arabia, questa pianta è usata per diverse finalità sia in Asia che in Europa da centinaia d’anni. Nei cosmetici foglie e semi di Cassia senna e Cassia angustifolia, loro estratti e derivati hanno un uso tradizionale consolidato e sono utilizzate sia in Asia che negli USA ed in Europa. Trovano impiego soprattutto nei prodotti destinati al trattamento dei capelli sui quali hanno proprietà condizionanti e ristrutturanti oltre a svolgere sul cuoio capelluto una positiva azione sulla secrezione sebacea, la forfora e la desquamazione. Nei paesi dove è praticata la medicina ayurvedica, le foglie di senna (svarnapatri, in sanscrito) sono utilizzate in formulazioni per il trattamento della stitichezza e disturbi dell’apparato digerente7. Nel sistema di medicina Unani, le foglie di questa pianta (sana makki in lingua araba romanizzata) sono invece utilizzate in preparazioni per il trattamento dell’artralgia (dolore articolare), della lombalgia, del dolore all’anca, della sciatica, della gotta, dell’asma cardiaca (un tipo di tosse o respiro sibilante che si verifica in presenza di insufficienza cardiaca sinistra), della scabbia, dell’acne, dei brufoli e delle coliche.21 Nella medicina cinese, le foglie di senna ( , fanxieye nel sistema di traslitterazione del cinese “Pinyin”) sono indicate in caso di accumulo di calore conseguente a stitichezza e dolore addominale, così come per il trattamento di edema.8 Negli Stati Uniti, l’FDA ha definito alcune preparazioni a base di senna conformi alle specifiche della farmacopea statunitense (foglie USP, baccelli USP, estratto fluido USP, soluzione orale USP e sennosidi USP) come ingredienti attivi GRASE (generalmente riconosciuti come sicuri ed efficaci) di prodotti medicinali ad azione lassativa. Tali farmaci possono rivendicare l’indicazione “sollievo in caso di stitichezza occasionale”, claim che può essere accompagnato dalla parola “irregolarità”.33 Negli USA, l’uso della senna è consentito anche negli integratori alimentari. Questi prodotti devono essere notificati all’FDA 30 giorni prima della loro immissione in commercio se in etichetta rivendicano un claim e la produzione risulta conforme alle GMP (buone pratiche di fabbricazione). 41 Nell’Unione europea, foglie e frutti di Cassia senna L. e Cassia angustifolia Vahl e loro estratti sono presenti sul mercato in integratori alimentari con funzione per lo più lassativa e in infusi. Queste piante insieme ad altre dai riconosciuti effetti lassativi (radice e rizoma di Rheum palmatum L. e/o R. officinale Baillon e/o loro ibridi, corteccia di Rhamnus frangula L. e R. purshianus D.C. e foglie di Aloe barbadensis Miller e/o altre specie di aloe, soprattutto Aloe ferox Miller e loro ibridi) sono oggetto di grande attenzione, da quando da una opinione EFSA del 2018 sulla sicurezza d’uso dei derivati idrossiantracenici (composti naturalmente presenti in queste piante) negli alimenti, sono emersi dubbi sulla loro potenziale genotossicità e cancerogenicità.42 Sulla base del parere EFSA la Commissione è tenuta a prendere le adeguate misure per gestire il rischio rilevato secondo quanto previsto all’art. 8 del regolamento (CE) 1925/06 riguardante l’aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti.43 Ai sensi di tale articolo del Reg. (CE) 1925/06 qualora una sostanza, diversa da vitamine e minerali, sia aggiunta agli alimenti o utilizzata nella produzione di alimenti in condizioni tali da comportare un rischio potenziale per i consumatori (rischio valutato da EFSA), la Commissione, di propria iniziativa o sulla base di informazioni fornite dagli Stati membri, può decidere di includere tale sostanza (in questo caso i derivati idrossiantracenici) in una delle tre parti dell’allegato III del suddetto provvedimento: i. parte A e la sua aggiunta agli alimenti o la sua utilizzazione nella produzione di alimenti è vietata; oppure ii. parte B e la sua aggiunta agli alimenti o la sua utilizzazione nella produzione di alimenti è consentita solo alle condizioni (avvertenze, modalità d’uso, limiti) ivi specificate; iii. parte C (in una sorta di sospensiva a fini di sorveglianza) qualora sia individuata la possibilità di effetti nocivi per la salute ma l’incertezza scientifica persista. In attesa che siano prese decisioni nel merito in ambito comunitario e al fine di elevare il livello di tutela dei consumatori, in Italia il Ministero della salute ha disposto con DM 10 agosto 2018, con il quale è stata adottata la nuova lista di piante ammesse all’impiego negli integratori, che sui prodotti a base di piante contenenti idrossiantraceni sia posta l’avvertenza supplementare obbligatoria: Non somministrare al di sotto dei 12 anni. Consultare il medico in caso di gravidanza e allattamento. Non utilizzare per periodi prolungati senza consultare il medico.44
Evidenze dal mondo scientifico
Gli idrossiantraceni (IA) sono considerati i principali componenti attivi della senna. Essi comprendono sia i glicosidi del diantrone (sennosidi A, A1, B, C e D) che dell’antrachinone (reina-8-O-glucoside e reina-8-soforoside).45, 46 Le foglie e i baccelli della senna contengono questi composti in quantità e rapporti leggermente differenti. Le foglie, ad esempio, hanno un contenuto di IA di circa 1.5-5% (di cui il 75-80% sono diantroni), mentre i frutti contengono il 2.2-3.5% di IA (85-90% sono diantroni).45, 47 I sennosidi, in particolare i sennosidi A e B, sono ritenuti i principali responsabili degli effetti lassativi della senna in quanto agiscono aumentando la secrezione di liquidi ed influenzando la motilità del colon e il tempo di transito fecale.6 La senna contiene anche i glicosidi del naftalene, che non hanno alcuna importanza dal punto di vista farmacologico, ma sono utili a distinguere la Cassia angustifolia dalla Cassia senna (il glicoside tinnevelin si trova soltanto nella Cassia angustifolia, mentre il glicoside 6-idrossimusizina solo nella Cassia senna).45 Oltre ai glicosidi, le foglie e i baccelli della senna contengono anche piccole quantità di flavonoidi (es. derivati del kaempferolo e isoramnetina), mucillagine (es. galattosio, arabinosio e ramnosio), polioli (es. pinitoli), minerali e zuccheri.47
Studi clinici nell’uomo si sono in gran parte focalizzati sugli effetti lassativi della senna.
I ricercatori hanno studiato la capacità di questa pianta di alleviare differenti tipi di costipazione (es. cronica, indotta da farmaci e post-operatoria) in varie fasce della popolazione, compresi bambini, donne dopo la gravidanza e anziani. Allo stesso modo, indagini sulla senna sono state compiute per approfondirne l’uso nella fase di preparazione dell’intestino antecedente a procedure di diagnosi quali la colonscopia o l’imaging addominale.48, 49 La Natural Standard Research Collaboration (NSRC), un istituto di ricerca indipendente, nel 2011 ha pubblicato una revisione sistematica in cui sono stati esaminati studi randomizzati e controllati (RCT) sulla senna per valutarne l’efficacia sia come lassativo che per la preparazione dell’intestino. Sebbene alcuni degli studi inclusi nella review abbiano riportato effetti benefici significativi sulla costipazione cronica, sulla costipazione indotta da farmaci e sulla preparazione dell’intestino alla colonscopia, complessivamente l’NSRC ha giudicato le evidenze scientifiche non chiare o contrastanti.48 Due dei sette studi sulla costipazione cronica esaminati hanno valutato gli effetti di una preparazione a base di senna in donne dopo il parto. Entrambi gli studi hanno utilizzato una formulazione a base di senna standardizzata contenente per dose l’equivalente di 7 mg di sennosidi A e B.50 Il primo trial clinico, in singolo cieco, pubblicato nel 1973 e condotto su 175 donne, ha confrontato la preparazione sopracitata con un lassativo formante massa a base di sterculia (Sterculia spp., Malvaceae), corteccia di frangula (Frangula spp., Rhamnaceae) in polvere e docusato di sodio.51 Il secondo studio del 1980, controllato randomizzato, che ha coinvolto 267 donne, ha messo a confronto la preparazione a base di senna standardizzata con un placebo contenente cornflakes ed erba essiccata in polvere. 50 In entrambi gli studi la formulazione di senna standardizzata ha mostrato un’efficacia maggiore rispetto al controllo nell’attenuare la costipazione. Dei tre studi sulla stipsi indotta da farmaci, esaminati nella review di NSRC, solo un piccolo studio ha messo in evidenza gli effetti benefici significativi della senna su svuotamento gastrico e tempo di transito dell’intestino tenue e crasso.52 Lo studio risalente al 1993 ha esaminato gli effetti di una preparazione a base di senna in 24 individui a cui è stata somministrata loperamide, un comune antidiarroico, per simulare la stitichezza da oppioidi. Il tempo di transito intestinale è stato misurato dopo somministrazione di loperamide e dopo che ciascun soggetto ha ricevuto uno dei 3 seguenti rimedi: 1. prodotto contenente 20 mg di sennosidi purificati, 2. prodotto a base di fibre contenente 20 g di semi/tegumenti di psillio (Plantago ovata Forsk., Plantaginaceae) o 3. una combinazione a base di 5.4 g di semi/tegumenti di psillio e 1.2 g di baccelli di senna contenenti 30 mg di sennosidi. Sebbene la qualità dello studio sia stata giudicata come “scarsa”, gli autori della review hanno registrato per le due preparazioni a base di senna una significativa riduzione del tempo di transito intestinale. Nessuno dei 4 studi che hanno esaminato l’assunzione della senna prima di sottoporsi a procedure diagnostiche addominali ha mostrato effetti benefici rilevanti e solo due degli 11 studi recensiti sull’uso della senna prima della colonscopia hanno rivelato risultati favorevoli significativi. Il primo trial clinico in singolo cieco, randomizzato, condotto su 523 pazienti con carcinoma del colon o rettale, ha messo a confronto una preparazione a base di senna con polietilenglicole (PEG), un lassativo ad azione osmotica.53 In questo studio, che è stato classificato dai ricercatori NSRC come uno dei pochi “di buona qualità”, la preparazione a base di senna ha mostrato una maggiore significatività rispetto al PEG nel preparare i pazienti all’imaging addominale. Nel secondo studio, condotto sempre in singolo cieco, randomizzato, su 283 adulti che si dovevano sottoporre ad una colonscopia, l’uso della senna ha consentito una miglior pulizia dell’intestino rispetto ad assumere una soluzione standard di PEG.48, 54 L’uso di rimedi medici tradizionali per contrastare la stitichezza cronica, inclusa la senna, è stato valutato anche in una precedente revisione sistematica del 2005. Gli autori di questa review non hanno trovato, nel periodo esaminato, nessuno studio sulla senna eseguito con il controllo del placebo; pertanto, sono stati valutati solo studi in cui preparazioni a base di senna sono stati messi a confronto con altri lassativi stimolanti (es. con prodotti contenenti derivati dell’antrachinone o bisacodile, un farmaco di uso comune per la costipazione) o con lattulosio (un lassativo ad azione osmotica). Dai risultati di tre studi clinici in cui l’efficacia di una preparazione a base di psillio e senna è stata comparata con quella del lattulosio, è emerso come la combinazione fibra/ stimolante (psillio/senna) era non soltanto più efficace rispetto al lattulosio, ma anche meno costosa. Tuttavia, gli autori della review hanno concluso che, complessivamente, in riferimento all’uso delle preparazioni a base di senna per il trattamento della costipazione cronica, i dati a supporto sono scarsi e di bassa qualità.49
Prospettive future e sostenibilità
Tre i principali paesi produttori ed esportatori di foglie e baccelli di senna: India (solo coltivata), Sudan (per lo più ottenuta da raccolti selvatici e in parte da coltivazioni) ed Egitto (selvatica e coltivata). Oggi l’India è il più grande produttore di senna a livello mondiale, con un’area destinata a coltivazione di circa 22 mila ettari. Nell’anno agricolo 2014-2015 (da aprile a marzo), i primi tre botanicals esportati dall’India sono stati i semi e i tegumenti dello psillio, i semi della senna “sickle-pod” (Cassia tora L.) e le foglie e i baccelli della Cassia angustifolia. Nell’anno agricolo 2015-2016, l’India ha esportato circa 16 mln kg di foglie e baccelli per un valore economico di circa 13 mln euro. Nell’anno agricolo successivo 2016-2017, l’India ha esportato più di 12,5 mln kg di foglie e baccelli di senna.55 Più del 70% del volume di esportazioni dall’India è destinato a 10 paesi: Vietnam, Cina, Giappone, Germania, Polonia, Stati Uniti, Egitto, Spagna, Thailandia e Messico. L’uso di foglie e baccelli di senna da parte dell’industria indiana delle erbe è stimato in media in circa 1.284.350 kg ogni anno.19 L’India produce inoltre circa 180 mila kg di sennosidi, di cui circa 140 mila kg sono destinati all’esportazione.56 In Sudan, i baccelli della senna – insieme ad altre due piante, gomma arabica (Acacia senegal (L.) Willd. e Acacia seyal Delile, Fabaceae) e fiori di ibisco (Hibiscus sabdariffa L., Malvaceae) – sono tra i 10 prodotti più esportati.57 Nel 2014, il Sudan ha esportato circa 5 mln kg di baccelli di senna58, mentre nel 2015 le esportazioni si sono aggirate intorno a 2,3 mln kg.59 Non vi sono dati disponibili sulle esportazioni di foglie di senna dal Sudan. I quantitativi di senna esportati dall’Egitto sono inferiori; sono stimati in circa 5.000 kg/ anno e provengono per lo più dal Protettorato di Santa Caterina, un parco nazionale situato nel cuore Senna del Sinai.60 La senna è la pianta medicinale selvatica più comune raccolta dai pastori beduini che vivono nella valle di Wadi Allaqi, il maggior fiume prosciugato dell’Egitto situato nella parte sud-orientale del deserto orientale e Riserva della Biosfera UNESCO.61 I beduini usano la senna (nome vernacolare: senamekki) sia come medicinale che come risorsa per il pascolo, nonché come combustibile.62 Sebbene Batanouny (1999) denunciasse che in Egitto vi era un eccessivo sfruttamento delle risorse di senna selvatica in termini commerciali e che tale pianta avrebbe dovuto essere coltivata in terre marginali con risorse idriche limitate,10 ad oggi lo stato di conservazione della Cassia senna non è ancora stato valutato in conformità con l’International Union for Conservation of Nature (IUCN) Red List Categories and Criteria, un passaggio ritenuto importante per il riconoscimento commerciale della senna selvatica proveniente da Sudan ed Egitto. La Cassia angustifolia presente sul mercato proviene quasi interamente da coltivazioni in India. Dal 2000 in poi, la coltivazione di senna biologica certificata è cresciuta costantemente, mentre prima sul mercato mondiale si trovata solo senna da agricoltura convenzionale. Oggi, i principali rischi per un approvvigionamento sostenibile di foglie e baccelli di senna per il mercato fitofarmaceutico mondiale sono rappresentati dalle condizioni meteorologiche sempre più imprevedibili (per esempio, dove la raccolta della senna dipende dal monsone) e dal fatto che la senna proviene in gran parte da zone di guerra. Sebbene nel 2017 gli Stati Uniti abbiano revocato le sanzioni contro il Sudan, in vigore da almeno 20 anni, è dalla metà del 20° secolo che sono in atto in questo paese costanti conflitti tra le milizie etniche e i ribelli.63, 64 Anche in Egitto, organizzazioni terroristiche locali e straniere operano in parti del paese dove la senna viene prodotta.63 Lo stesso avviene nell’India nord-occidentale, dove la senna è principalmente coltivata nelle zone al confine con il Pakistan, dove operano organizzazioni terroristiche e dove gli eserciti di entrambi i paesi sono perennemente in allerta. Si tratta, inoltre, di superfici potenzialmente contaminate da radionuclidi.65 L’interruzione dei rifornimenti e la scarsità di materia prima tendono a favorire le adulterazioni, ossia l’aggiunta deliberata alla senna di altre piante o parti di piante, generalmente meno care. Le specie adulteranti della senna più comuni sono: l’albero del paradiso (Ailanthus glandulosa Desf., Simaroubaceae), la senna di Tanner (Cassia holosericea Fresen.), la senna “dog” (Cassia italica (Mill.) Spreng), la senna Deccan (Cassia montana Naves & Villar), l’erba vescicaria o falsa senna (Colutea arborescens L., Fabaceae), il sommacco provenzale (Coriaria myrtifolia L., Coriariaceae), la globularia cespugliosa (Globularia alypum L., Plantaginaceae), le foglie di argel (Solenostemma argel (Delile) Hayne, Apocynaceae) usate come tisana in Sudan e la Tephrosia apollinea (Delile) DC. (Fabaceae).10 Anche se le norme del governo indiano relative alla classificazione e marcatura delle foglie e dei baccelli della senna consentono di miscelare le foglie di Cassia auriculata con quelle di Cassia angustifolia,31 indagini recenti volte a determinare l’autenticità di campioni di senna sul mercato indiano hanno rintracciato in due mercati del Tamil Nadu, stato nel Sud dell’India prodotti etichettati come “Cassia angustifolia” che, in realtà, contenevano invece Cassia auriculata.66 Data l’efficacia consolidata e riconosciuta di queste specie in quasi tutto il mondo, la domanda annuale di foglie e baccelli di senna e di loro derivati continuerà probabilmente a crescere. L’interruzione delle esportazioni di questa materia prima da Egitto e Sudan per ragioni socio-politiche ha spostato gli interessi commerciali per questa pianta in altri paesi come ad esempio l’Eritrea, la Somalia, il Gibuti e/o lo Yemen, stati che per la loro localizzazione geo-politica non sono privi di sfide e rischi.
FONTE: HerbalGram. The journal of the American Botanical Council. Number 120. Oct-Dec 2018 –
Traduzione libera della Segreteria scientifica con integrazioni della redazione
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