Ebbene, da zero a tre mesi dopo l’inizio dell’intervento, i pazienti che hanno ricevuto i probiotici hanno mostrato una probabilità significativamente più alta di ottenere miglioramenti del dolore rispetto a quelli trattati con placebo, con prove di moderata qualità. I probiotici sono inoltre risultati associati a riduzioni della frequenza e dell’intensità del dolore, anche se con prove di bassa qualità. Due studi hanno seguito i partecipanti allo studio per tre-sei mesi dopo l’intervento, e hanno riscontrato anche una probabilità significativamente maggiore di miglioramento del dolore con probiotici, con prove di qualità moderata. I cambiamenti dietetici a base di fibre non hanno invece ottenuto risultati migliori del placebo nel migliorare il dolore a breve termine. Sulla base delle scarse prove disponibili, non è stato possibile determinare quale ceppo probiotico fosse più efficace, o quali fossero i migliori dosaggi e regimi. «Le sperimentazioni future dovrebbero valutare i risultati a lungo termine e utilizzare risultati convalidati e misure coerenti concordate dai leader della ricerca in questo settore. Pochi studi hanno fornito informazioni su assenze da scuola e da eventi sociali o sul funzionamento psicologico e sulla qualità della vita, che sono esiti invece molto significativi per le famiglie» concludono gli autori.
JAMA Pediatr. 2018. doi: 10.1001/jamapediatrics.2018.4575 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30592480