La cannella o cinnamomo (Cinnamomum zeylanicum) è una spezia che viene utilizzata sin dall’antichità per insaporire piatti e per il suo potenziale terapeutico.
Nella tradizione occidentale viene utilizzata contro le malattie da raffreddamento e come antibatterico e antispastico. Tali proprietà sono principalmente attribuibili all’olio essenziale contenuto nella corteccia. Tale essenza è ricca di aldeide cinnamica ed eugenolo, oltre a numerosi altri costituenti di tipo terpenico e fenolico. Inoltre, la recente attività scientifica le riconosce la capacità di abbassare il colesterolo e i trigliceridi nel sangue, contribuendo ad alleviare i disturbi dell’ipertensione.
La sostanza principalmente responsabile di tale effetto sembra essere proprio l’aldeide cinnamica. Questo composto, oltre a donare il caratteristico profumo alla spezia, riesce a migliore l’uptake del glucosio e la sensibilità all’insulina nei muscoli scheletrici e nel tessuto adiposo. Inoltre, si è vista aumentare la glicogenosintesi a livello epatico e rallentare la velocità di svuotamento gastrico, contribuendo quindi al senso di sazietà. A livello digestivo, inoltre, sembra regolare l’attività di enzimi digestivi come l’alpha-amilasi. Effetti della supplementazione di cannella si hanno anche nel comparto lipidico, con una riduzione dei trigliceridi e del colesterolo totale.
Tali effetti potrebbero essere sfruttati anche per patologie dove il ripristino della sensibilità insulinica gioca un ruolo chiave nella gestione dei sintomi. È il caso della sindrome dell’ovaio policistico. Un recente studio ha visto la somministrazione di capsule di cannella (1,5g/die) per 12 settimane o placebo in donne affette da PCOS e in trattamento con medrossiprogesterone.
Gli studiosi hanno effettuato valutazioni antropometriche, sui livelli di glucosio e di insulina dopo un carico glucidico, oltre che i livelli di emoglobina glicata e di ormoni. La riduzione della resistenza insulinica al termine del periodo di trattamento, fa suggerire agli autori un possibile ruolo della cannella nel trattamento anche di questa patologia.
Purtroppo, non si possono trarre conclusioni definitive da questi singoli studi, anche perché molte metanalisi riportano limiti metodologici e di uniformità di trattamento. Come in molti casi succede, l’utilizzo di estratti non standardizzati o non definiti nello studio limita l’attendibilità e l’applicabilità dei risultati alla pratica clinica. Non possiamo che sperare che Babbo Natale ci porti trial più grandi e condotti con metodologie migliori.
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