Betulla proprietà ed usi in fitoterapia
La famiglia delle Betulaceae comprende circa 150200 specie tra alberi ed arbusti, e a seconda dell’autore, il genere Betulla consta di circa 3060 di quelle specie. Le specie del genere Betulla sono alberi o arbusti decidui e sono monoiche (sulla stessa pianta sono presenti sia i fiori maschili che femminili). Il numero preciso di specie di Betulla è sconosciuto, probabilmente perché le betulle si ibridano facilmente, il che confonde la delineazione delle specie.
In Europa, le principali specie di betulla usate nei medicinali, negli alimenti e nelle bevande sono la betulla lanuginosa (Betulla pubescens Ehrh.) e la betulla d’argento (Betulla pendula Roth), loro ibridi e sottospecie. La Betulla pendula è un albero a rapida crescita che può raggiungere fino a circa 25 m in altezza e lo si può trovare dall’Europa all’Africa nordoccidentale (ad es. il Marocco) fino ad alcune zone dell’Asia, compresi il Kazakistan, la Mongolia, la Siberia occidentale (Russia) e l’area del Monte Altai nella regione autonoma Uyghur del Xinjiang (Repubblica Popolare Cinese).
La Betulla pubescens, alta fino a 20 m, è invece tipica dell’isola di Terranova (Canada), della Groenlandia (territorio danese), dell’Islanda, dell’Irlanda e della Gran Bretagna, estendendosi a gran parte dell’Europa continentale (tranne al sud), nell’Asia occidentale (Turchia e Caucaso) e a nordest verso la regione del lago Baikal in Siberia.4
Nel Nord America, sono due le specie di betulla usate nei cosmetici, alimenti e integratori alimentari: la betulla da carta (Betulla papyracea Aiton), e la betulla dolce (Betulla lenta L.).
La Betulla lenta cresce negli Stati Uniti dell’est e in Canada; è un comune albero delle foreste di latifoglie sui Monti Appalachi (Nord America).5
La Betulla papyrifera è ampiamente diffusa nel Nord America, comprendendo gran parte del Canada e la parte settentrionale degli Stati Uniti, estendendosi a sud alle foreste in alta quota dei Monti Appalachi meridionali. Nel Nord America si importa e si utilizza anche la betulla dell’Himalaya (Betulla utilis D.Don). Della betulla si utilizzano quasi tutte le parti della pianta, inclusi la corteccia interna ed esterna (Betulae cortex), i fiori (Betulae flos), le gemme da cui si originano le foglie (Betulae gemmae), le foglie (Betulae folium) e la linfa (Betulae succus).
Enoliti (Betulae vinum) si producono sia dalle foglie10 che dalla linfa.
L’olio essenziale è ottenuto per distillazione dalla corteccia (Betulae cortex aetheroleum) o dalle gemme (Betulae gemmae aetheroleum), mentre dalla corteccia e dal legno di betulla si produce un olio di catrame di betulla rettificato (Oleum betulae empyreumaticum rectificatum).
Dalla corteccia esterna di B. papyrifera sono stati isolati triterpenoidi (ad es. betulina, acido betulinico, lupeolo e 3Ocaffeoil betulina), oggi oggetto di studi clinici.
Una curiosità: lo xilitolo, utilizzato come succedaneo dello zucchero nelle gomme da masticare, nei prodotti per l’igiene dentale e in alcuni prodotti farmaceutici, può essere prodotto anche dalle fibre dell’albero di betulla, sebbene esistano fonti meno costose come il mais.
Betulae Folium (Betulla foglie) è definito dalla Farmacopea europea come le foglie essiccate, intere o frammentate, della Betulla pendula Roth e/o della Betulal pubescens Ehrh., nonché ibridi di entrambe le specie. La Farmacopea di Stato della Federazione russa descrive più specificamente l’uso delle gemme fogliari essiccate di entrambe le specie, raccolta dagli alberi selvatici nel periodo inverno-primavera (da gennaio ad aprile) prima che avvenga la fioritura, nonché delle foglie di entrambe le specie raccolte, sempre da alberi selvatici, tra giugno e luglio. Le forniture commerciali di parti di B. pendula, B. pubescens, loro ibridi e sottospecie, provengono principalmente dalla raccolta selvatica in Europa, specialmente Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria (da coltivazioni e selvatiche), Croazia, Finlandia, Macedonia settentrionale, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Ucraina e Ungheria.
I Paesi fornitori di Betulla lenta e Betulla papyrifera sono Stati Uniti e Canada, mente la Betulla utilis proviene principalmente dal Nepal.
Storia e significato culturale della Betulla
Il nome del genere Betulla non deriva dal latino, ma più probabilmente dalla parola celtica “betu”, che significa “Betulla”. La parola inglese “birch” nasce probabilmente, invece, dal protogermanico “berkjon” (Birke nel tedesco moderno), che fa riferimento ad un sottile albero della foresta dalla corteccia bianca. Il botanico Svedese Carl Linnaeus (1707-1778), nella sua opera Species Plantarum del 1753, definì la Betulla lenta una specie di origini nord americane, indicando come habitat naturali la Virginia e il Canada.
Nel 1785, il botanico americano e commerciante di piante Humphry Marshall (1722 1801), nella sua opera Arbustrum Americanum, ha chiamato con il nome botanico “Betulla papyrifera” un’altra specie del Nord America, conosciuta con il nome comune di betulla da carta bianca.
Il botanico tedesco Albrecht Wilhelm Roth (1757 1834), in una sua pubblicazione del 1788 (Tentamen Florae Germanicae), ha identificato invece la Betulla pendula; in latino pendula significa “chinarsi” o “a penzoloni”, riferendosi ai rami di questa specie che pendono verso il basso. La Betulla pubescens è stata descritta, per la prima volta, nel 1789 dal botanico tedesco Jakob Friedrich Ehrhart (1742 1795).
Il termine Pubescens, dal latino “lanuginoso” o “peloso”, si riferisce alla forma in cui si presentano i ramoscelli di questa specie. Reperti archeologici testimoniano che l’uomo di Neanderthal, estintosi probabilmente circa 39 mila anni fa, bruciava la corteccia di betulla per produrre catrame che veniva utilizzato per fabbricare armi e oggetti. Il catrame della corteccia di betulla era uno dei materiali archeobotanici usati per sigillare le tombe e per fabbricare oggetti decorativi da porre sulle stesse nei siti di sepoltura nei Paesi nordici durante l’età del ferro (500 a.C.800 d.C.) e anche in precedenza, durante l’età del bronzo (1700500 a.C.). Recentemente, gli archeologi hanno ricostruito il genoma completo ed il microbioma orale di una donna del periodo neolitico analizzando un pezzo di resina di betulla masticato, trovato nel sud della Danimarca. Si tratta, molto probabilmente, di una donna cacciatriceraccoglitrice, dalla pelle scura, capelli castani ed occhi blu. Una delle più antiche parole ungheresi conosciute (5.000 6.000 anni fa) è nyír, che significa “betulla”. I Csangos e i Szekelys, gruppi etnici ungheresi, portarono le loro conoscenze sulla betulla quando invasero e conquistarono la Romania tra l’895 e il 907 d.C., stabilendosi proprio nelle zone adiacenti ai boschi di betulle in Transilvania. Questi popoli, che vivono ancora oggi in quei territori, usano la linfa di betulla (nyírvíz, che significa “acqua di betulla”) per preparare, dopo opportuna cottura o fermentazione, vino, birra, sciroppo o aceto. Secondo quanto riferito, i Csangos spargono le foglie di betulla, appena raccolte, sulla biancheria da letto con funzione di fomenti diaforetici e le usano per alleviare i reumatismi sdraiandosi su letti di foglie di betulla. Esiste una lunga tradizione nell’estrarre la linfa di betulla nell’est Europa, in particolare in Bielorussia, Ungheria, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina, ed in alcune parti del nord Europa, tra cui Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania e Svezia. Già nel 921, le popolazioni turche bulgare che vivevano lungo il fiume Volga, nell’attuale Russia europea, preparavano una bevanda a base di linfa di betulla fermentata. Nel 1772, nella Pharmacopoea Danica, la prima farmacopea danese, è stata inserita una monografia proprio sulla linfa di betulla. In Polonia, fino all’inizio del XX secolo, si soleva bere la linfa estratta dalla betulla nel periodo primaverile, generalmente fresca, ma a volte anche concentrata o fermentata, abitudine che oggi sta avendo una rinascita grazie alle recenti evidenze scientifiche sui suoi effetti benefici per la salute. In Russia, la linfa di betulla è bevuta fresca, ma anche fermentata aggiungendo malto, cera, fagioli o segale. Dalla specie americana Betulla lenta, attraverso la fermentazione della linfa del gambo, in primavera, si ottiene una bevanda alcolica, conosciuta come birra di betulla. L’enolita da foglie di betulla è tradizionalmente utilizzato in Germania nei disturbi del tratto urinario per i suoi effetti diuretici. Nella medicina popolare rumena, la linfa fresca di betulla viene usata per combattere l’anemia, l’infuso di foglie come tonico e per la crescita dei capelli, l’infuso di gemme delle foglie come diuretico ed antinfiammatorio per l’edema e i disturbi urinari, e il decotto della corteccia come antinfiammatorio, diuretico, febbrifugo e cardiotonico. Le preparazioni a base di gemme di betulla sono usate da secoli anche dalla medicina tradizionale russa. Oltre agli usi come diuretico, espettorante, colagogo, diaforetico, purificatore del sangue ed analgesico, gli infusi e i decotti di gemme di betulla sono utilizzati in Russia anche nella medicina del cavo orale e in otorinolaringoiatria per la loro azione antinfiammatoria.
Nella prima edizione del “Dispensatory of the United States of America” (USD I, 1833), nella monografia “OLEUM Gaultheria. Olio di bacche di pernice” si osserva che, la farmacopea americana (USP I, 1830) indicava come comparabile ed inter cambiabile un olio preparato dalla corteccia di Betulla lenta ad una preparazione a base di olio ottenuto dalle foglie di Gaultheria procumbens (Ericaceae). Nel 1800, il Farmacista William Procter Jr. (18171874) pubblicò un documento in cui affermava che gli oli di Betulla e Gaultheria erano identici nella composizione. Nel 1890, la monografia di Betulae oleum, l’olio essenziale ottenuto dalla macerazione e distillazione della corteccia di betulla dolce (Betulla lenta), è stata inserita nella settima revisione della Farmacopea americana. Il salicilato di metile può essere ottenuto per sintesi chimica o naturalmente per distillazione da Gaultheria procumbens o da Betulla lenta. L’uso della betulla pubescens europea (in seguito denominata Betulla alba) è entrato nella letteratura medica americana nella metà del XIX secolo.
Nella monografia “BETULLA ALBA. Betulla comune europea”, inserita nella decima edizione del Dispensatory of the United States of America (USD X, 1854), si asseriva che la corteccia interna era amara ed astringente e era utilizzata per il trattamento della febbre intermittente. Nell’USD si parlava anche di foglie, con cui si preparava un infuso per il trattamento di gotta, reumatismi, idropisia e malattie cutanee. Per quanto concerne la specie americana, Betulla papyrifera, gli indiani del nord America usavano la corteccia di questa pianta per fabbricare le canoe e strati sottili di epidermide venivano infilati all’interno degli stivali per prevenire il formarsi di umidità. All’inizio del 20° secolo, nella quarta edizione del National Formulary è stata inserita la monografia dell’olio rettificato di betulla Tar, definito come l’olio ottenuto dalla distillazione a secco della corteccia e del legno di Betulla alba, rettificato mediante distillazione a vapore. Nel 1986, la Commissione E tedesca ha pubblicato la monografia per la foglia di betulla (Birkenblätter “Betulae folium ”) foglia polverizzata, estratto secco per infusi o succo di pianta appena spremuto. Il succo, la polvere e l’infuso sono indicati per uso diuretico nella “terapia dell’irrigazione per le malattie da infezione batterica ed infiammatorie del tratto urinario e per i calcoli renali; e come terapia di supporto per i disturbi reumatici.”
Nel 2007 (ultima revisione 2014), l’EMA (Agenzia europea per i medicinali) ha pubblicato una monografia sull’impiego medicinale delle foglie di Betulla spp. In Canada, sono state pubblicate, nel 2008 le monografie delle specie europee Betulla pendula e Betulla pubescens, nel 2019 la monografia aggiornata separata di Betulla pendula e, a seguire, nel 2019 quella di Betulla pubescens. Le uniche monografie ufficiali sugli standard di qualità di parti di betulla sono reperibili nella Farmacopea europea e nella Farmacopea di Stato della Federazione russa.
Usi della betulla in cosmetici, alimenti e medicinali
Negli Stati Uniti, l’FDA (Food Drug Administration) consente l’impiego di parti delle piante di Betulla spp. negli integratori alimentari. Questi prodotti devono essere notificati alla FDA entro 30 giorni dalla loro immissione sul mercato se sulla loro etichetta è rivendicato un claim su struttura/ funzione e il prodotto è fabbricato secondo le attuali GMP (buone pratiche di fabbricazione).
In Canada, le foglie delle specie europee di betulla (Betulla pendula e Betulla pubescens) sono regolamentate come ingredienti attivi di prodotti naturali per la salute autorizzati (NHP), prodotti che richiedono un’autorizzazione prima di essere immessi sul mercato da parte della Direzione dei prodotti naturali per la salute senza prescrizione medica (NNHPD). NHP autorizzati, preparati con foglie di betulla di qualità farmaceutica, possono essere immessi sul mercato come diuretici in varie forme di dosaggio (foglie in polvere, estratto secco, estratto fluido, tintura, decotto acquoso o infusione in acqua). L’olio essenziale estratto dalla corteccia di betulla dolce (Betulla lenta) può essere usato come preparazione aromatizzante in NHP autorizzati per migliorarne il sapore.
Nell’UE, la foglia di betulla (Betulla pendula o Betulla pubescens) può essere usata come ingrediente attivo di medicinali tradizionali di origine vegetale per il trattamento di disturbi minori delle vie urinarie, in polvere o in forma di estratto acquoso secco, estratto liquido preparato con foglie fresche o estratto liquido preparato con foglie fresche stabilizzate con alcol etilico 96%.
La foglia essiccata utilizzata per la produzione di medicinali tradizionali di origine vegetale registrati, deve essere conforme agli standard di qualità stabiliti nella monografia della Farmacopea europea (Betulae folium).
In Germania, esiste una preparazione farmaceutica ad uso topico, su prescrizione medica, che contiene per 1 g di gel 100 mg di un estratto secco rettificato di corteccia di betulla (da Betulla pendula, Betulla pubescens o ibridi), equivalente a 0,51 g di corteccia di betulla, corrispondente a 7288 mg di betulina. Questo gel è indicato per il trattamento di ferite a spessore parziale (ossia ferite in cui gli strati superiori della pelle sono andati persi, come ustioni o ferite da innesti cutanei).
In Italia sono diverse le specie di Betulla autorizzate all’uso negli integratori alimentari. Oltre alle specie di betulla già nominate, si può utilizzare anche la Betulla alleghaniensis Britton, conosciuta con il nome comune di betulla gialla o betulla dorata, originaria del Nord America.
La Betulla gialla scientificamente conosciuta come Betula alleghaniensis è un albero aromatico di medie dimensioni appartenente alla Famiglia delle Betulle (Betulaceae). La betulla gialla è poco usata in medicina, sebbene un decotto della corteccia di betulla gialla sia stato usato dai nativi indiani del Nord America come purificatore del sangue, agendo per purificare il corpo dalle sue proprietà emetiche e catartiche.
La betulla gialla ha diverse proprietà benefiche, tra cui:
- La corteccia della betulla gialla è una fonte di “Olio di Wintergreen”. Questo ha proprietà medicinali, sebbene sia usato principalmente come aroma nei medicinali.
- Il tè dei ramoscelli e della corteccia della betulla gialla aiuta nell’eradicazione della bocca delle afte.
- Un infuso ricavato dalle foglie della Betulla gialla è stato utilizzato come diuretico e detergente per le vie urinarie.
- La betulla gialla è stata, inoltre, usata per trattare la gotta, i reumatismi e il dolore artritico lieve.
- Il decotto delle foglie di betulla gialla è stato usato occasionalmente per prevenire la calvizie, così come il succo fresco.
- Il decotto di betulla gialla è anche usato come coadiuvante del sonno prima di coricarsi per l’insonnia.
- Il tè di betulla gialla può anche essere usato come detergente per i disturbi della pelle.
- Se i problemi della pelle sono gravi o cronici, un decotto di corteccia di betulla gialla può essere usato come lavaggio o aggiunto al bagno.
- L’olio estratto dalle gemme o dalla corteccia di betulla gialla può essere utilizzato esternamente per acne, reumatismi e gotta.
- Il tè di betulla gialla preparato con ramoscelli e corteccia di betulla gialla può essere utile per foruncoli e piaghe se assunto internamente e usato come lavaggio.
- L’olio essenziale di betulla gialla può alleviare i dolori muscolari o articolari se applicato esternamente.
Per le foglie di Betulla pendula e P. pubescens è possibile rivendicare sull’etichetta degli integratori alimentari effetti fisiologici in relazione a drenaggio dei liquidi corporei, funzionalità delle vie urinarie e funzioni depurative dell’organismo.
Tali specie di betulla sono impiegabili anche negli integratori alimentari in Belgio, mentre in Francia la Betulla lenta non è tra le specie di betulla ammesse all’uso in questi prodotti.
Per gli integratori alimentari a base di Betulla alleghaniensis, Betulla pendula e P. pubescens, la norma francese dispone inoltre di riportare in etichetta una specifica avvertenza che sconsigli l’uso di questi prodotti da parte di persone allergiche ai salicilati.
Ricerca moderna
Secondo la monografia della farmacopea europea, le foglie di betulla dovrebbero contenere non meno dell’1,5% di flavonoidi, espressi come iperoside. Il contenuto di flavonoidi delle foglie può arrivare fino al 3,5%. Oltre all’iperoside, tra i flavonoidi più abbondanti si trovano altri glicosidi della quercetina (avicularina, quercetina3Oglucuronide, quercitrina), campferolo e glicosidi della miricetina. Le foglie di betulla contengono inoltre acidi caffeici e clorogenici, esteri malonilici di triterpeni del tipo dammarano, lignani e diarileptanoidi.
Nelle foglie di betulla sono presenti anche proantocianidine,quantità variabili di lipidi e acidi grassi75, e lo 0,05% di olio essenziale.
La corteccia di betulla contiene betulina, acido betulinico, lupeolo e loro esteri; nel catrame di betulla sono presenti invece creosolo e guaiacolo. A seconda della regione e delle condizioni climatiche, i componenti principali dell’olio essenziale distillato dalle gemme di Betulla pendula possono variare; per esempio αbetulenolo e 14idrossi4,5diidroβ cariofillene sono caratteristici dell’olio proveniente dalla Turchia, mentre l’olio essenziale delle gemme di betulla tedesco si distingue per il suo contenuto in αcopaene, germacrene D e δ cadinene. Studi su animali hanno dimostrato che la somministrazione orale di preparati a base di foglie di betulla è in grado di aumentare il volume di escrezione di urina in conigli e topi, cani e ratti in modo dose-dipendente.
L’impatto di un estratto acquoso di foglie di betulla sulla formazione di un biofilm di E. coli è stato studiato per la prima volta nel 2012. Uno studio successivo ha evidenziato gli effetti antiadesivi di un estratto idroalcolico di foglie di betulla contro E. coli in cellule tumorali di vescica umana. Sebbene sia stata osservata una riduzione della motilità di E. coli, l’inibizione del biofilm era relativamente debole. L’inibizione dell’adesione si è dimostrata, tuttavia, significativa.
In uno studio in vitro un estratto di foglie di betulla in acetone ha evidenziato effetti significativi nei confronti di Staphylococcus aureus, ma non contro altri batteri o funghi.
Le proprietà virostatiche (virusinibitori) e citostatiche (inibizione cellulare) di preparazioni di foglie di betulla sono state riportate, per la prima volta, in uno studio del 1988. Questi risultati supportano l’uso tradizionale dei preparati a base di foglie di betulla come debole acquaretico (un agente in grado di promuovere l’escrezione di acqua), mentre attività antiallergiche, antinfiammatorie, antimicrobiche, antiossidanti, antiproliferative, anti reumatiche, antivirali, gastro protettive ed utero protettive sono state mostrate per varie preparazioni della pianta e composti isolati dalla stessa.
Scarsi i dati disponibili sulla sicurezza e sulla tossicità della betulla.
Nessun segno di irritazione cutanea o sensibilizzazione è stato rilevato in conigli, ratti e topi trattati con una crema contenente un decotto di foglie betulla.
Nel test di Ames la quercetina è stata sospettata di essere responsabile di una risposta mutagena estremamente debole, ma in altre indagini non ha mostrato alcun effetto cancerogeno.
La linfa, le foglie e il polline di betulla sono coinvolte in reazioni allergiche. Gli allergeni del polline di betulla sono stati largamente investigati in studi di ricerca preclinica e clinica (si veda sotto). In uno studio clinico con un estratto secco di foglie di betulla sono stati riportati lievi eventi avversi, tra cui reazioni sistemiche allergiche e risposte a livello cutaneo, gastrointestinale e metabolico.
Al di là del potenziale allergenico della betulla, non si conoscono rischi immediati associati ad alcun altro componente noto della foglia di betulla. Pochi gli studi clinici che hanno valutati gli effetti benefici correlati all’uso tradizionale delle foglie di betulla. Dei circa 1.100 medicinali a base di betulla (senza contare l’omeopatia) registrati in Germania, quasi 1.000 sono infusi (monocomponenti o combinazioni di piante), il resto sono o prodotti per uso topico o per uso orale in diverse forme di dosaggio (capsule, compresse e granuli), tutti a base del medesimo estratto acquoso secco di foglie di betulla (DER 48: 1) a varie dosi. Una preparazione in forma liquida contenente un estratto di polline di Betulla pendula per il trattamento immuno-terapico sublinguale della rinite allergica/ rino-congiuntivite indotta dal polline di betulla, ha superato le fasi I, II e III della sperimentazione clinica. Ad oggi, non è stato ancora pubblicato nessun studio clinico a conferma degli effetti tradizionali delle foglie di betulla e di loro preparazioni, salvo due ricerche, degli inizi del XX secolo, che non sono state tuttavia in grado di dimostrare un aumento della diuresi a seguito della somministrazione di un infuso 1:10 di foglie di betulla.
Gli studi sull’efficacia della betulla
Il primo è un piccolo studio pilota randomizzato, in doppio cieco con il controllo del placebo, nel quale tre su sette soggetti con infezioni del tratto urinario (UTI) riportavano scomparsa dei sintomi dopo 20 giorni di assunzione di quattro tazze al giorno di un infuso di foglie di betulla contro uno su sei nel gruppo placebo. Nel secondo studio di tipo non interventistico, che ha coinvolto 1.066 soggetti con UTI, cistite o infiammazioni di altra natura, vescica irritabile, calcoli o altri disturbi, si sono valutati gli effetti della somministrazione di un estratto acquoso secco di foglie di betulla a varie dosi (1801.080 mg) il 56% dei soggetti con UTI è stato sottoposto a terapia antibiotica e il periodo di trattamento medio è stato di 24 settimane. I sintomi si sono attenuati in tutti i gruppi (nell’80% dei soggetti cotrattati con antibiotico e nel 75% senza cotrattamento).
In una tesi di dottorato del 2002 si cita uno studio pilota condotto su 14 soggetti sani in cui non è stato osservato alcun aumento del volume urinario a seguito della assunzione di un infuso di foglie di betulla a confronto con acqua.1
Oltre ai prodotti a base di betulla in commercio con effetti basati sull’uso tradizionale, da qualche anno è stato autorizzato in Europa, dopo valutazione positiva dell’EMA (Agenzia europea per i medicinali), un gelfarmaco a base di un estratto di corteccia di betulla, ad uso topico, per il trattamento di ferite a spessore parziale negli adulti. La relazione pubblica dell’EMA cita i risultati di tre studi clinici di fase III, due per il trattamento delle ferite da innesto cutaneo a spessore parziale ed uno per ustioni di grado 2.54
Il gel è stato testato in due studi su 217 pazienti con ferite a spessore parziale, che si erano sottoposti a trapianto di pelle. I pazienti hanno ricevuto il gel associato ad una medicazione su metà della ferita e la sola medicazione standard sull’area restante. Nel primo studio, il tempo medio intercorso dall’intervento alla rimarginazione della ferita è risultato di 17,1 giorni per le ferite trattate con la sola medicazione standard e di 15,5 giorni per le ferite trattate anche con il gel. Nel secondo studio gli intervalli corrispondenti sono risultati rispettivamente di 16,0 e 15,1 giorni. Un terzo studio ha coinvolto 57 pazienti con ferite a spessore parziale da ustione trattati con il gel a base dell’estratto di betulla su metà della ferita e con un gel disinfettante standard sull’altra metà. Entrambe le zone sono state trattate con una medicazione. Il tempo medio di rimarginazione della ferita è risultato di 8,8 giorni per le ferite trattate con il gel disinfettante e di 7,6 giorni per le ferite trattate con l’estratto di betulla.54
Alcuni dati di questi studi sono stati pubblicati successivamente.
Adulterazione
L’adulterazione delle foglie di betulla è un fenomeno piuttosto raro in Europa.104
Occasionalmente possono essere confuse con le foglie di Populus tremula L. (Fam. Salicaceae). Secondo quanto riportato in Flora of China, la Betullapendula può essere facilmente confusa con la Betulla platyphylla (oggi identificata come Betulla pendula subsp. mandshurica). I rami della Betulla platyphylla, tuttavia, non sono cascanti a differenza di quelli della Betulla pendula. Il nome Betulla alba (syn. Betulla pubescens) viene, inoltre, spesso erroneamente indicato come Betulla pendula.
Anche gli alberi di Betulla pubescens differiscono dalla Betulla pendula per i loro rami dritti.
Sostenibilità e prospettive future
Tutte le specie di Betulla trattate in questo articolo sono state incluse nella categoria di piante a rischio di estinzione di minor preoccupazione (LC Least Concern), secondo i criteri della Red List stabiliti dall’Unione internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). La valutazione di LC si basa sulla capillare distribuzione di queste specie senza minacce significative note nel prossimo futuro. Il cambiamento climatico potrebbe sradicare le due specie nordamericane, Betulla lenta e Betulla papyrifera, dalle zone più meridionali degli Stati Uniti in cui sono diffuse, ma si pensa che questo fenomeno potrà essere compensato dalla loro espansione a nord verso i confini del Québec e dell’Ontario. La Betulla pendula, per esempio, è una specie selvatica protetta in alcune regioni, come nel Nord della Macedonia. La Betulla pubescens selvatica è anch’essa classificata come LC, tranne in alcuni Paesi dove, essendo più a rischio di estinzione, è classificata come “in pericolo critico” (Croazia), “vulnerabile” in Ungheria e Bosnia-Erzegovina, e “quasi minacciata” in Lussemburgo.
La raccolta spontanea di foglie di betulla è stimata annualmente in 15 t in Finlandia, 5 t in Croazia, 80100 t in Bosnia ed Erzegovina e 200 t in Romania.
Per il quinquennio 2001-2005, il Ministero dell’Ambiente e dell’Acqua bulgaro ha registrato una esportazione media annua di 72.760 kg di foglie di betulla (sia coltivata che da raccolta spontanea) e di 802 kg di corteccia di betulla.
Nel 2005, in tutto il mondo, sono stati stimati più di 1,5 milioni di ettari (6.443 miglia quadrate) destinati alla raccolta spontanea di foglie di Betulla pendula certificate come biologiche.
Data la vasta area di distribuzione degli alberi di betulla, il loro stato di conservazione ad oggi non minacciato, insieme alle evidenze che la raccolta spontanea avviene sotto l’egida del bio (soprattutto in Bielorussia, Macedonia del Nord, Polonia e Ucraina) e che una buona parte dell’approvvigionamento della materia prima proviene da coltivazioni, l’uso di preparazioni vegetali a base di betulla nei prodotti naturali sembra essere sostenibile, se monitorato e gestito in maniera corretta.
FONTE:
Brinckmann J., Brendler T. Birch: Betula lenta, B. papyrifera, B. pendula (syn. B. verrucosa), and B. pubescens (syn. B. alba); Family.
HerbalGram. The Journal of the American Botanical Council. Numero 125, febbraio aprile 2020.