L’anice (Pimpinella anisum L.) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Apiaceae, che cresce fino a quasi un metro in altezza.1,2 Le foglie situate nella parte inferiore della pianta sono di colore verde scuro, a forma di cuore, e profondamente lobate, mentre quelle poste nella parte superiore sono pennate. In estate, la pianta produce piccoli fiori bianchi disposti a formare un ombrello che, in autunno, producono frutti aromatici lunghi da tre a quattro millimetri. Questi frutti, chiamati “semi di anice”, rappresentano la parte medicinale e culinaria di questa pianta. La coltivazione dell’anice, originaria della penisola anatolica, della Grecia e dell’Egitto, si è poi diffusa in altri paesi. Si tratta di una pianta che cresce bene nei climi caldi e non soggetti a gelo.3,4 L’anice non deve essere confuso con il finocchio (Foeniculum vulgare Mill., Apiaceae), né con la liquirizia (Glycyrrhiza glabra L., Fabaceae) o l’anice stellato (Illicium verum Hook. f., Schisandraceae), piante dal medesimo odore ma con differenti effetti sulla salute.
PROFILO FITOCHIMICO DEI SEMI
Dai semi di anice si ottiene un olio essenziale contenente diverse sostanze biologicamente importanti, tra cui il trans-anetolo che rappresenta il componente più abbondante (costituisce l’80-90% dell’olio).5 Altri composti presenti in quantità minore sono l’estragolo, l’(E)-metileugenolo, l’-cuparene, l’-imachalene, il β-bisabolene, il p-anisaldeide ed il cis-anetolo. Il profilo fitochimico dell’olio essenziale può, tuttavia, variare a seconda dell’origine geografica della pianta.
I semi di anice, oltre ad essere costituiti per l’1,5-6,0% in peso da olio essenziale, contengono l’8-11% in peso di lipidi ricchi in acidi grassi, come acido palmitico ed oleico, il 4% circa di carboidrati e il 18% di proteine.6
Altre sostanze presenti nell’olio essenziale di anice sono le cumarine (scopoletina, umbelliferone, umbelliprenina e bergaptene), i flavonoidi (quercetina, apigenina, luteolina e loro glicosidi) ed altri composti aromatici (estragolo, chetone anisico e beta-cariofillene).4,7
Alcune cumarine sono note per le loro proprietà anticoagulanti, mentre alcuni flavonoidi, come la quercetina, possiedono attività antiossidante.8
USI STORICI E PIÙ MODERNI
L’anice è utilizzato per uso medico e in preparazioni culinarie da oltre 3.000 anni. I semi di forma ovoidale, grigio-marroni, sono noti per i loro effetti benefici sul tratto gastro-intestinale (favoriscono la distensione ed alleviano i crampi dovuti alla formazione di gas) e per essere un blando antitosse ed espettorante. Un rimedio popolare per bloccare il singhiozzo prevedeva di ingerire alcuni semi con acqua.1
Il primo uso a scopo medicinale riconosciuto per i semi di anice risale al 1500 a.C. in Egitto, come testimoniato da quanto riportato nel Papiro Ebers sugli effetti benefici dei semi nella flatulenza.2 Attraverso gli scambi commerciali, l’uso dell’anice si diffuse poi nel tempo in tutto il Mediterraneo, in Asia orientale ed in Europa, diventando un rimedio comune. Nel suo trattato “De materia medica” (70 a.C.), il medico greco Dioscoride descriveva l’anice come riscaldante e disidratante, presentandone gli effetti benefici come vermifugo, per combattere l’alitosi, lenire il mal di testa, aumentare la produzione di latte nelle madri che allattano, contro il raffreddore e per coadiuvare la digestione. All’incirca nello stesso periodo, lo statista romano Plinio il Vecchio, nella sua opera “Naturalis historia”, scriveva che il miglior anice proveniva da Creta e che non vi era nulla di più benefico per l’addome e l’intestino.9 Plinio descriveva inoltre l’uso dell’anice per convulsioni e crisi epilettiche.
La medicina tradizionale cinese indica l’anice come rimedio per la tosse ed i disturbi gastrointestinali, mentre la medicina ayurvedica indiana gli attribuisce la proprietà di assorbire i gas intestinali oltre a considerarlo una pianta aromatica.2 I nativi dell’Amazzonia lo usavano come un rimedio delicato per lenire il mal di stomaco ai bambini.4 Nella medicina iraniana, l’anice era usato come analgesico per l’emicrania, come carminativo, disinfettante e diuretico. In alcuni testi di medicina tradizionali, l’anice è citato anche come rimedio per la malinconia, gli incubi e come trattamento dell’epilessia e delle convulsioni.6,10 Nelle monografie della Commissione tedesca sono descritti l’uso interno di un decotto di semi di anice e dell’olio essenziale per dispepsia, mal di gola, e tosse, e l’inalazione di preparati contenenti il 5-10% di olio essenziale di semi di anice per lenire mal di gola e tosse.11 Le monografie EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) riportano l’uso orale di preparati a base di anice per il trattamento sintomatico di disturbi gastrointestinali lievi e spasmodici, inclusi gonfiore e flatulenza, e come espettorante nella tosse associata al raffreddore.12
I semi sono moderatamente estrogenici e stimolano la produzione di latte materno.13 Nei Paesi Bassi, i biscotti con semi di anice rappresentano un dono tradizionale che viene regalato alle neo mamme per auspicare un prospera produzione di latte. Sebbene aggiungere il consumo di semi di anice alla dieta post-partum sia generalmente considerato sicuro, in letteratura sono stati segnalati due casi di madri il cui abbondante latte, prodotto a seguito del consumo di un infuso di finocchio ed anice, ha causato nei loro neonati debolezza e vomito.13,14 I sintomi si sono risolti spontaneamente e rapidamente non appena interrotto il consumo della tisana; non si sono osservati effetti a lungo termine né nelle madri né nei loro bambini.
I semi di anice sono tradizionalmente usati per aromatizzare liquori, dessert ed altre preparazioni culinarie. In quasi tutte le culture del mondo esiste, infatti, un liquore a base di anice come l’arak in Medio Oriente, l’Ouzo in Grecia, il Rakı in Turchia, l’Assenzio in Francia, lo Jägermeister in Germania, l’Appenzeller Alpenbitter in Svizzera, la Sambuca in Italia, il Brokmöpke in Olanda, il Mastika in Bulgaria e Macedonia, l’Anísado e le Erbe di Maiorca in Portogallo, Perù e Spagna, l’Aguardiente in Colombia e il Xtabentún in Messico.
POTENZIALI EFFETTI BENEFICI DELL’ANICE
Studi sull’uomo hanno dimostrato gli effetti dell’anice nell’alleviare la costipazione, avvalorando così il ruolo storico dei semi di questa pianta nel trattamento di disturbi gastrointestinali.6 Uno studio randomizzato in doppio cieco con il controllo del placebo, condotto su 107 soggetti con dispepsia funzionale, ha evidenziato che l’anice, assunto in polvere alla dose di 3 grammi dopo ogni pasto (3 volte/die), per 4 settimane, è efficace nell’alleviare i sintomi della dispepsia.15
In uno studio successivo sono stati messi a confronto gli effetti sui sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) di un olio essenziale di anice, somministrato in capsule da 200 mg per 3 volte al giorno, con un farmaco a base di olio essenziale di menta (controllo positivo) e con un placebo (controllo negativo).16 Dopo 4 settimane di assunzione, il raggiungimento della completa remissione dei sintomi gastrointestinali nel 75% degli individui trattati con olio essenziale di anice (vs il 35% del gruppo placebo ed il 53% dei soggetti in terapia con olio essenziale di menta) riconosce nell’anice un promettente ed efficace rimedio, oltre che ben tollerato, contro i sintomi dell’IBS.16
Dai risultati di uno studio condotto su un campione più contenuto di soggetti (25) ospitati presso un hospice è emerso come l’aromaterapia con una miscela di oli essenziali, incluso quello di anice, era in grado di ridurre i sintomi della nausea.17 In un piccolo studio randomizzato, con il controllo del placebo e con crossover (inversione dei trattamenti dopo un periodo di riposo), l’assunzione per 5 giorni di un decotto multi-erbe a base di anice, finocchio, fiori di sambuco e senna, si è dimostrato un trattamento sicuro ed efficace contro la stitichezza cronica.18
Alcuni studi clinici hanno valutato gli effetti benefici dell’anice nel trattamento dei sintomi della menopausa, probabilmente associati al suo contenuto in fitoestrogeni. Uno studio randomizzato e controllato, che ha coinvolto 72 donne in menopausa con frequenti vampate di calore, ha dimostrato l’efficacia di un estratto alcolico di anice, assunto in capsule ad una dose di 330 mg tre volte al giorno, per un periodo di 4 settimane, nel ridurre la frequenza della comparsa e l’intensità delle vampate di calore.19
Esperimenti su animali hanno valutato gli effetti anticonvulsivi dell’anice. È stato dimostrato che l’olio di anice è potenzialmente in grado di ridurre le crisi epilettiche e il danno cerebrale ad esse correlato in ratti, prolungando il tempo tra una convulsione e la successiva ed alleviando la gravità delle crisi.20
Studi in vitro hanno scoperto nuove possibile applicazioni per preparati a base di olio o estratti di anice. Il trans-anetolo e i suoi derivati potrebbero essere utili nel ridurre lo sviluppo e la progressione di tumori bloccando l’attivazione di geni coinvolti nell’infiammazione, nella sopravvivenza e proliferazione cellulare e nello sviluppo dei vasi sanguigni.21 In diversi test comunemente utilizzati per misurare il potere antiossidante di una sostanza, estratti acquosi e alcolici di semi di anice hanno mostrato una notevole attività antiossidante.8 Le proprietà antiossidanti, antimicrobiche ed antimicotiche dell’anice, mostrate in diversi studi, suggeriscono un possibile impiego come conservante alimentare per prevenire la crescita di agenti patogeni di origine alimentare e il deterioramento degli alimenti.22-24
CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI FINALI
L’anice è conosciuto fin dall’antico Egitto e nell’epoca greca e romana per i suoi effetti benefici sul sistema gastrointestinale, attività oggi confermata da alcuni studi clinici che hanno mostrato l’efficacia dei semi di anice e del suo olio essenziale nell’alleviare i sintomi associati alla dispepsia e alla sindrome dell’intestino irritabile.
Studi su modelli murini confermerebbero invece l’uso popolare dell’anice come rimedio anticonvulsivante efficace per il trattamento dell’epilessia.
In generale, l’assunzione orale di oli essenziali necessita di particolare cautela. L’ingestione da uno a 5 ml di olio essenziale di anice può causare nausea, vomito, convulsioni ed edema polmonare. Le cumarine presenti nell’olio di anice possono causare, a dosi eccessive, fotosensibilità.25 L’olio essenziale di anice può interferire con acetaminofene e caffeina, rendendo queste molecole meno biodisponibili e compromettendone quindi l’efficacia.26 Gli individui con un’allergia alle piante della famiglia delle Apiaceae (finocchio, carvi, sedano, coriandolo, aneto, ecc.) dovrebbe evitare di mangiare i semi di anice.4,12
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