L’aloe è tra le piante che hanno un possibile utilizzo per il trattamento delle scottature.
Nella sua cuticola, ed in particolare nei tuboli esterni sotto l’epidermide della foglia, sono presenti derivati antachinonici dalle note proprietà lassative. Viceversa, il parenchima acquifero è ricco di polisaccaridi, aminoacidi, lecitine e acidi organici che gli conferiscono proprietà cicatrizzanti. La pianta, era conosciuta già nel 2000 a.C. nell’Antico Egitto, dove era utilizzata tra i preparati per l’imbalsamazione e proprio come cicatrizzante.
Tanto è vero che alcuni studiosi hanno utilizzato un gel di aloe per cicatrizzare la ferita da taglio cesareo. Applicando il gel una volta al giorno per 8 giorni dopo l’intervento. Le differenze di cicatrizzazione nei primi giorni dopo l’intervento, differenza che tuttavia andava ad assottigliarsi fino a scomparire all’8 giorno di osservazione.
Ma sempre riguardo la gravidanza, l’aloe è stata utilizzata anche per il trattamento del melasma durante la gravidanza. Questa condizione è, secondo gli autori, di difficile trattamento durante il periodo gravidico, ma il trattamento con un gel a base di liposomi di aloe è stato in grado, dopo 5 settimane, di ridurre il melasma in modo significativo.
Sempre in campo dermatologico, l’aloe è stata studiata per il trattamento della psoriasi. In particolare, gli autori hanno utilizzato un crema allo 0,5% di aloe applicandola 3 volte al giorno per 5 giorni a settimana.
I pazienti hanno riportato una riduzione di eritema, desquamazione ed infiltrazione leucotiaria nel 85% dei casi, In queste situazioni, gli autori hanno potuto classificare come “guariti” I pazienti., suggerendo l’aloe come un possibile trattamento per i pazienti affetti da psoriasi.
Ma gli utilizzi del gel di Aloe non si limitano al campo dermatologico, per quanto ampio e variegate possa essere quest’ultimo. Molti autori la stanno studiando applicandone gli effetti all’ambito gastrico in particolare.
Park e Son hanno dimostrato in vivo l’attività di inibizione della metalloproteasi di matrice a carico delle frazioni gel dell’Aloe vera. In questo modo si può immaginare che l’uso di aloe possa limitare il progredire della lesione ulcerosa.L’attività sembra dovuta all’inibizione della trascrizione di mRna.
A corollario si è studiato anche l’effetto inibente la moltiplicazione dell’H. pylori. In questo caso si è osservato come il gel di aloe sia in grado di avere effetto inibitore e battericida praticamente alle stesse concentrazioni.
Alla luce di questi risultati gli autori suggeriscono un possibile effetto sinergico con la terapia standard antibiotica, benché i dati siano del tutto preliminari in quanto ottenuti in vitro.
Le principali accortezze da osservare nell’utilizzo del gel di aloe per via orale sono un possibile potenziamento degli effetti dei farmaci ipoglicemizzanti e dell’efficacia dell’idrocortisone acetato.
Fonti
Glob J Health Sci.2014 Aug 31;7(1):203-9. doi: 10.5539/gjhs.v7n1p203
J Cosmet Laser Ther.2017 Jun;19(3):181-187. doi: 10.1080/14764172.2017.1279329. Epub 2017 Jan 31.
Author informationJ Oral Pathol Med.2014 Jul;43(6):405-9. doi: 10.1111/jop.12130. Epub 2013 Oct 25.
Trop Med Int Health.1996 Aug;1(4):505-9.
Lett Appl Microbiol.2014 Jul;59(1):43-8. doi: 10.1111/lam.12241. Epub 2014 Mar 25.
Pharm Biol.2017 Dec;55(1):2110-2115. doi: 10.1080/13880209.2017.1371770