Il Ca. prostatico è tra le neoplasie maligne più comuni al mondo con quasi 900 mila di nuovi casi diagnosticati ogni anno.
Il PSA (antigene specifico della prostata), una proteina prodotta dalle cellule della ghiandola prostatica, è un importante biomarcatore, in quanto un aumento dei livelli ematici di tale proteina potrebbe essere associato alla presenza di un tumore alla prostata o, in casi più fortunati, a condizioni di natura non maligna come prostatite o ipertrofia prostatica benigna.
La radioterapia al bacino cui sono spesso sottoposti i pazienti con Ca. prostastico può causare, tra gli eventi avversi, infezioni del tratto urinario inferiore, normalmente trattate con terapia antibiotica. Come noto, l’incremento della resistenza agli antibiotici dei batteri, in special modo di quelli gram-negativi, è diventato un problema di rilevanza mondiale, tanto da indirizzare la ricerca verso l’individuazione di rimedi naturali in grado di eradicare i batteri prima che si sviluppi l’infezione.
Di seguito, il sommario di due lavori che hanno preso in considerazione il consumo di alimenti ricchi di licopene per il controllo dei livelli ematici di PSA e l’uso di un estratto di mirtillo rosso per prevenire le infezioni del tratto urinario provocate da radioterapia.
STUDIO N. 1 (I. Paur et al., 2017)
Uno studio ha dimostrato che alimenti a base di pomodoro, contenenti licopene, sono in grado di ridurre i livelli di PSA nel sangue in pazienti con Ca. prostatico.
Un gruppo di ricercatori norvegesi ha condotto uno studio randomizzato controllato, in cui 79 soggetti con tumore prostatico non metastatico per i quali era previsto o un intervento di prostatectomia radicale o la radioterapia, sono stati suddivisi in tre gruppi:
gruppo 1: controllo;
gruppo 2: 30 mg/die di licopene attraverso il consumo di un prodotto a base di pomodoro (es. pasta al pomodoro);
gruppo 3: 30 mg/die di licopene, una tazza di tè verde, una tazza di tè nero, 330 ml di succo di melograno, 330 ml di succo d’uva, 200 mg di isoflavoni della soia, 200 g di 1-seleniometionina e 3,13 g di acidi grassi omega 3 con un integratore alimentare a base di olio di pesce.
I pazienti sono stati sottoposti ad uno dei trattamenti sopra riportati per un periodo di 3 settimane antecedenti l’intervento clinico o la radioterapia. Sulla base delle linee guida europee sul Ca. prostatico del 2013, i soggetti sono stati così classificati: 37 pazienti a rischio elevato (PSA 20 mg/l), 41 a rischio intermedio (10 mg/l ≤ PSA < 20 mg/l) ed uno a rischio basso (PSA < 10 mg/l).
Di seguito i risultati ottenuti:
F rischio intermedio: partendo da valori medi di PSA confrontabili nei tre gruppi all’inizio dello studio, nei soggetti in trattamento solo con prodotti a base di pomodoro si è osservata una diminuzione significativa (-0,23 g/ml) dei livelli ematici di PSA, a differenza dei controlli nel quali la concentrazione è invece aumentata (+0.45 g/ml). Un lieve aumento, non significativo, è stato registrato anche nei soggetti del 3° gruppo.
F Rischio elevato: non sono state rilevate nel sangue variazioni significative dei livelli di PSA in nessuno dei tre gruppi.
F Licopene: rispetto al gruppo controllo, nei soggetti dei gruppi 1 e 2 la concentrazione plasmatica di licopene si è più che raddoppiata.
F Selenio: i livelli plasmatici di questo microelemento sono aumentati solo nel gruppo 3.
F Acidi grassi omega 3: l’incremento di omega 3 nei globuli rossi si è osservato solo nei soggetti del gruppo 3, alla cui dieta è stato aggiunto un integratore alimentare a base di olio di pesce.
Per capire quanto i valori di PSA siano influenzati dalle variazioni individuali di licopene, selenio e acidi grassi omega 3, sono stati messi a confronto i livelli della proteina in quei soggetti in cui è stato registrato un aumento superiore alla mediana di almeno una delle 3 singole sostanze o di tutte e tre i biomarcatori. Una diminuzione significativa dei livelli ematici di PSA è stata registrata solo nei soggetti con aumentati livelli, rispetto al valore mediano, di licopene o di tutte e tre le sostanze, ma non nei casi in cui l’incremento ha interessato solo il selenio o gli acidi grassi omega 3.
I risultati di questo studio suggeriscono che il consumo quotidiano di prodotti a base di pomodoro ricco in licopene (almeno 30 mg/die per 3 settimane) è in grado di ridurre i livelli ematici di PSA in soggetti con un profilo di rischio intermedio di Ca. prostatico. Questi dati necessitano tuttavia di ulteriori conferme. Il gruppo di ricerca sottolinea che se si riuscisse a replicare questi risultati anche nei soggetti a basso rischio di tumore prostatico, i prodotti a base di pomodori ricchi in licopene potrebbero essere inclusi nella sorveglianza attiva dei soggetti con questo tipo di tumore.
FONTE: Clinical Nutrition. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.1016/j.clnu.2016.06.014. “Tomato-based randomized controlled trial in prostate cancer patients: Effect on PSA”. Autori: I. Paur, W. Lilleby, S. Kjølsrud Bøhn, E. Hulander, W. Klein, L. Vlatkovic, K. Axcrona, N. Bolstad, etc.
STUDIO N. 2 (A. Bonetta et al., 2017)
Le infezioni del tratto urinario inferiore sono un evento avverso frequente nei pazienti con Ca. prostatico sottoposti a radioterapia al bacino e sono per lo più dovute all’E. coli. Tra i rimedi naturali ritenuti efficaci nel trattamento di tale problema vi sono gli estratti di mirtillo rosso (Vaccinium macrocarpon Aiton) che, interagendo con le fimbrie, strutture attraverso le quali i batteri si legano a specifici recettori presenti sulle cellule epiteliali, inibiscono l’adesione di E. coli all’epitelio della mucosa vescicale, prevenendo quindi lo sviluppo dell’infezione.
Un gruppo di ricercatori italiani ha condotto uno studio controllato, randomizzato, in aperto, per confermare, in un campione più numeroso di soggetti, i risultati di una precedente ricerca in cui estratti di mirtillo altamente standardizzati e gastro-resistenti si sono dimostrati efficaci nel ridurre casi di infezioni del tratto urinario provocati da radioterapia.
Allo studio hanno partecipato 924 pazienti, di cui 489 sono stati sottoposti a trattamento con un integratore alimentare in compresse a base di un estratto di mirtillo titolato al 30% in proantocianidine (200 mg/die di estratto) per un periodo di 6-7 settimane, mentre i restanti 435 soggetti hanno costituito il gruppo controllo (non trattati). La compressa è stata rivestita per impedire la degradazione delle proantocianidine durante la preparazione della compressa e durante il suo passaggio attraverso lo stomaco.
Di seguito i risultati ottenuti al termine del trattamento:
F Casi di infezione: nel gruppo controllo sono stati 107 su 435 (24,6%) i soggetti che hanno avuto un’infezione alle vie urinarie contro 53 (10,8%) dei pazienti trattati con l’estratto di mirtillo. Infezioni ricorrenti sono state registrate in 10 pazienti (2,3%) nel gruppo controllo e solo in 4 (0,8%) nel gruppo sperimentale.
F Batteri causa dell’infezione: il microrganismo maggiormente coinvolto nelle infezioni è E. coli (75 casi in tutto nei due gruppi), seguito da Enterococcus faecalis (37 casi) e con minor frequenza Staphylococcus hominis, Proteus mirabilis e Acinetobacter spp.
F Uso di antibiotici: nel gruppo trattato con l’estratto di mirtillo si è assistito ad un significativo decremento dell’uso di antibiotici (-48,7%), per un totale di 285 giorni contro i 585 del gruppo controllo.
F Disuria: caratterizzata da difficoltà nella minzione accompagnata da sensazione di bruciore e dolore, la disuria è spesso associata a infezioni batteriche alle vie urinarie. Una considerevole riduzione di casi di disuria con assenza di sintomi è stata registrata nei soggetti in trattamento con mirtillo (63% vs 37% nel gruppo controllo).
F Uso di antinfiammatori: è diminuito drasticamente nel gruppo sperimentale (-56,2%).
F Sintomi dell’apparato urinario: i sintomi correlati alla radioterapia sono più lievi nei soggetti trattati con l’estratto di mirtillo che nel gruppo controllo. L’incontinenza notturna (nicturia) ha interessato il 29% dei soggetti del gruppo sperimentale contro il 52% dei controlli, l’urgenza minzionale (30% vs 55%), mentre la frequenza media giornaliera di urinare è aumentata (da 5,65 a 7,45 nel gruppo trattato; da 5,22 a 8.57 nel controllo).
I risultati di questo studio dimostrano quindi che l’assunzione di un estratto di mirtillo da parte di pazienti con tumore alla prostata sottoposti a radioterapia, è in grado di diminuire i casi di infezioni alle vie urinarie con conseguente diminuzione del ricorso a terapie antibiotiche ed all’uso di antinfiammatori. Diminuiscono inoltre i sintomi a livello del tratto urinario (nicturia, frequenza urinaria, etc.) provocati dalla radioterapia. Questi risultati dovrebbero ora essere confermati da ulteriori studi in doppio cieco con il controllo del placebo.
FONTE: Research and Reports in Urology. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.2147/RRU.S133538. “Enteric-coated and highly standardized cranberry extract reduces antibiotic and nonsteroidal anti-inflammatory drug use for urinary tract infections during radiotherapy for prostate carcinoma”. Autori: A. Bonetta, G. Roviello, D. Generali, L. Zanotti, M.R. Cappelletti, C. Pacifico, F. Di Pierro