Anche la Germania esprime perplessità in merito alle attuali condizioni d’uso del riso rosso fermentato negli alimenti: la dose di 10 mg/die prevista dal regolamento claims è efficace nel ridurre il colesterolo plasmatico ma è non sicura. I prodotti andrebbero considerati farmaci.
Infatti anche la Germania, dopo Francia e Belgio, si è recentemente espressa in merito alla sicurezza d’uso degli integratori alimentari a base di riso rosso fermentato. La commissione di esperti incaricata di tale valutazione, composta da membri dell’Ufficio federale per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare e dell’Istituto federale per i farmaci e i dispositivi medici, è giunta alla conclusione che i prodotti contenenti una quantità di monacolina K superiore a 5 mg dovrebbero essere classificati come farmaci: la monacolina K presenta, infatti, molte analogie funzionali con la lovastatina, principio attivo impiegato nei farmaci anticolesterolemici, e quindi potrebbe presentarne gli stessi effetti avversi sulla muscolatura.
Come logica conseguenza, la Commissione tedesca ritiene che l’indicazione sulla salute autorizzata per il Monascus purpureus ai sensi del regolamento (CE) 1924/062 (che prevede l’assunzione giornaliera di 10 mg di monacolina K da preparazioni di riso rosso fermentato ai fini della rivendicazione dell’effetto sui livelli di colesterolo ematici) non dovrebbe più essere consentita in Germania.
Sono quindi tre ora gli Stati membri che a più riprese (l’Autorità francese ANSES è stata la prima nel 2013) hanno segnalato la necessità di rivedere le condizioni di impiego del riso rosso fermentato in ambito alimentare.
Resta ora alla Commissione europea il compito di decidere come intervenire nel merito della questione.