La glicazione o glicosilazione non enzimatica delle proteine è un meccanismo coinvolto nello sviluppo di varie patologie e condizioni di invecchiamento. Le sostanze che si formano da questa reazione sono chiamate “prodotti finali della glicosilazione avanzata” (AGE). Essendo presenti in quantità più elevate nei tessuti di pazienti diabetici, si ipotizza un loro coinvolgimento nelle complicanze della malattia come nefropatia e cataratta.
Nei soggetti diabetici e durante l’invecchiamento si assiste anche ad un aumento della rigidità di tessuti quali arterie e pelle. Questo potrebbe essere dovuto anche all’accumulo di pentosidina, un AGE in grado di formare una struttura reticolata intermolecolare con proteine extracellulari come il collagene e l’elastina, particolarmente abbondanti nei vasi sanguigni e nella pelle. Studi in vitro hanno evidenziato effetti degenerativi e di invecchiamento delle fibre di elastina artificiali glicate, mentre l’ingiallimento della pelle con l’età potrebbe essere parzialmente dovuto ai depositi di proteine glicate.
Tali danni potrebbero essere prevenuti attraverso l’utilizzo di sostanze aventi la capacità di inibire la formazione di pentosidina. A tal proposito, un gruppo di ricercatori giapponesi ha valutato l’attività anti-glicante di 21 infusi di erbe tra cui anche melissa (Melissa officinalis L.), rosmarino (Rosmarinus officinalis L.) e timo (Thymus vulgaris L.). Diciassette piante hanno mostrato nei confronti della pentosidina una capacità inibitoria (IC50: concentrazione di sostanza necessaria per inibire il 50% del bersaglio in esame) pari o maggiore rispetto all’aminoguanidina, usata come controllo positivo. Tra queste, la melissa è stato selezionata per la sua sicurezza, il gusto e la stabilità della composizione nel tempo.
I componenti delle foglie di melissa a mostrare attività inibitoria maggiore rispetto all’aminoguanidina sono i polifenoli acido salvianico A, ac. caffeico, ac. mellitrico A ed ac. rosmarinico. Quest’ultimo, essendo il più abbondante in termini quantitativi, è considerato il maggior responsabile dell’attività antiglicante dell’estratto di melissa.
La ricerca è stata suddivisa in due parti:
1. esperimenti in vitro per valutare gli effetti dell’estratto di melissa e suoi costituenti su fibre di elastina e collagene;
2. studio clinico in aperto con controllo del placebo per comprendere gli effetti benefici in vivo dell’estratto.
I risultati degli studi in vitro hanno evidenziato come l’acido rosmarinico sia in grado di regolare in modo dose-dipendente il colore delle fibre di collagene. L’aumento delle zone rosse e il decremento di quelle luminose, che si verifica in particolari condizioni, sono soppressi nel momento in cui le fibre sono incubate con l’acido rosmarinico. La quantità di AGE diminuisce con l’aumentare della dose di estratto di melissa o di ac. rosmarinico con cui le strutture fibrose di elastina sono incubate.
Allo studio clinico hanno partecipato 28 soggetti sani (14 maschi e 14 femmine) con età compresa tra i 31 ed i 64 anni, ai quali è stato chiesto di continuare a seguire il loro consueto stile di vita, evitando di assumere altri infusi ed integratori alimentari a base di erbe. Il trial è durato 6 settimane, durante le quali i partecipanti assumevano una volta al giorno a loro piacimento una bevanda preparata lasciando in infusione una bustina contenente 3,3 g di foglie di melissa essiccate o di chicchi di orzo (placebo) in 200 ml di acqua bollente per 5 minuti. La settimana precedente l’inizio dello studio e dopo 6 settimane, i soggetti sono stati sottoposti ad analisi cliniche al fine di misurare la velocità d’onda di impulso caviglia-brachiale (baPWV), segnale di rigidità arteriosa (valori elevati sono correlati ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari e ictus), la pressione sanguigna, l’elasticità e il colore della pelle.
Al termine dello studio, nel gruppo trattato con l’estratto di melissa si è osservato, rispetto ai valori basali, una significativa diminuzione della baPWV, non rilevata invece nel gruppo controllo. Nessuna variazione rilevante tra i due gruppi si è invece registrata in termini di pressione arteriosa sistolica e diastolica Il consumo dell’estratto ha portato a cambiamenti significativi dell’elasticità della pelle della guancia solo nel campione femminile e solo considerando come parametro di misurazione R7 (elasticità biologica); R2 (elasticità complessiva) e R5 (elasticità netta) sono rimasti invariati.
Nei soggetti in trattamento con l’estratto di melissa si è registrata una significativa riduzione del colore rosso, che indica un fenomeno infiammatorio in corso, e giallastro della pelle, correlato invece all’accumulo di AGE; nessun cambiamento è stato rilevato in termini di luminosità. Questi effetti dimostrano come l’estratto di melissa oltre a possedere attività anti-glicanti, potrebbe anche avere effetti antinfiammatori.
L’estratto di melissa può essere pertanto considerato un potenziale rimedio naturale per prevenire i danni ai tessuti provocati dalla glicazione e conseguenti fenomeni quali un’aumentata rigidità arteriosa e una diminuzione della elasticità cutanea.
Per confermare tali risultati potrebbe essere utile condurre studi su un campione più numeroso della popolazione e, preferibilmente, in doppio cieco con il controllo del placebo per eliminare qualsiasi componente psicologica che possa inficiare i risultati dello studio. Mancano inoltre dati sui livelli di AGE e pentosidina che si formano nelle arterie e nella pelle.
Fonte: The Journal of Nutritional Science and Vitaminology. Pubblicato on line prima della stampa DOI: 10.3177/jnsv.63.59. “Beneficial effects of lemon balm leaf extract on in vitro glycation of proteins, arterial stiffness, and skin elasticity in healthy adults”. Autori: S. Yui, S. Fujiwara, K. Harada, M. Motoike-Hamura, M. Sakai, S. Matsubara, K. Miyazaki