Diversi studi clinici hanno dimostrato che gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) n-3 possono attenuare le risposte infiammatorie. Le risposte infiammatorie sono orchestrate da un ampio spettro di cellule ma, fra queste, le cellule T CD4+ giocano un ruolo importante nell’eziologia di molte malattie infiammatorie croniche, come ad esempio la malattia infiammatoria intestinale e l’obesità. Alla luce delle preoccupazioni per i profili di sicurezza dei farmaci non steroidei anti-infiammatori (FANS) c’è un grande interesse per lo studio di possibili alternative e, fra queste, i PUFA n-3 occupano un ruolo di particolare rilievo.
Ma per essere giustificato lo studio e l’utilizzo di queste risorse potenziali è necessario che si chiarisca esattamente quale sia il meccanismo d’azione alla base degli effetti anti-infiammatori segnalati per PUFA n-3. I raft lipidici sono microdomini di membrana fortemente dinamici formati da aggregati di lipidi con lipidi (colesterolo, sfingolipidi, acidi grassi saturi) e di lipidi con proteine. Questi domini ottimizzano il clustering di proteine segnale a livello della membrana allo scopo di facilitare un’efficiente comunicazione cellulare, condizione richiesta per l’attivazione e differenziazione delle cellule T CD4+.
Una serie di dati documentano proprio l’abilità di PUFA n-3 di influenzare la struttura e la funzione del citoscheletro di membrana in cellule T CD4+. Gli autori si dicono convinti che l’esatta comprensione di questi meccanismi (e di quelli sottostanti) fornirà un razionale per l’utilizzo di PUFA n-3 nel trattamento dell’infiammazione cronica.
Department of Biochemistry and Biophysics, USA; Department of Nutrition and Food Science, USA. Hou TY, McMurray DN, Chapkin RS. Omega-3 fatty acids, lipid rafts, and T cell signaling. Eur J Pharmacol 2015, May 19 [Epub]