Il fico (Ficus carica L., Fam. Moraceae) è uno degli alberi da frutto coltivati più antichi – la sua coltivazione precede l’addomesticamento di cereali come il grano (Triticum spp., Fam. Poaceae) e l’orzo (Hordeum vulgare L., Fam. Poaceae) – di cui si conoscono oggi più di 700 varietà diverse.1 Arbusto subtropicale deciduo a gambo multiplo, il fico è una delle oltre 1.400 specie conosciute del genere Ficus, appartenente alla stessa famiglia del gelso. 2-4 La parte più conosciuta del fico sono i suoi frutti che, in realtà, dal punto di vista botanico sono fiori che si ripiegano su se stessi in una struttura chiamata “syconium”.5 Per convenzione, nell’articolo il syconium sarà indicato come il “frutto” della pianta.
Per il fico esiste un metodo di impollinazione singolare, che dipende da un’unica famiglia di vespe chiamate “Agaonidi”, conosciute anche come vespe del fico. Gli agaonidi ed il fico si sono co-evoluti insieme nel corso dei millenni e non sono in grado di prosperare l’uno senza l’altro.3 Queste vespe depongono le uova solo all’interno del frutto del fico. La femmina entra nel fico immaturo, diffonde il polline e depone le uova. 6 Quando le uova si schiudono, maschi e femmine si accoppiano, raccolgono il polline e poi escono dal fico per impollinare altri fichi. Qualsiasi materiale residuo che la vespa lascia all’interno del frutto viene digerito dal fico maturo. I fichi non impollinati cadono dall’albero.
L’albero del fico cresce ad un’altezza di 4,6-9,1 metri con foglie palmate ruvide costituite da tre a cinque lobi ciascuna. 5,7 Il colore del frutto maturo dipende dalla cultivar e può variare dal verde chiaro (fichi adriatici) al marrone o al viola scuro (fichi “Mission”).3,7 Il fico cresceva selvatico in Asia occidentale 6.500 anni fa. Le piante sono state poi trasportate dall’uomo nell’area del Mediterraneo orientale, dove gli alberi di fico continuano a prosperare e crescere spontaneamente.3,5,7
PROFILO NUTRIZIONALE E CARATTERIZZAZIONE FITOCHIMICA
I fichi sono una buona fonte di fibre solubili ed insolubili e di calcio (Tabella – fonte USDA).4,5,9
Il contenuto di fibre solubili, che costituisce circa il 28% del contenuto totale di fibra di un fico, è importante in quanto diversi studi hanno mostrato che tali sostanze hanno effetti benefici sulla riduzione del colesterolo LDL (lipoproteina a bassa densità) e sul mantenimento dell’omeostasi dello zucchero nel sangue, grazie alla loro capacità di rallentare il tempo di transito del cibo nell’intestino.4,8,10 Il consumo di 4/5 fichi secchi o due fichi freschi fornisce circa 12 g di fibra, quasi la metà dei 25-30 g di assunzione giornaliera raccomandata per un adulto di 70 kg.2,4 Le proteine dei fichi sono caratterizzate da alti livelli di acido aspartico e glutammina.2,10,11
Le sostanze attive presenti in quantità maggiore nei fichi comprendono composti fenolici, fitosteroli, antociani ed acidi organici, molecole dalle riconosciute proprietà antiossidanti. I fichi contengono anche cumarine, che hanno dimostrato attività antinfiammatorie e citotossiche, e numerosi composti volatili che conferiscono al frutto il suo caratteristico sapore e profumo.3
I fichi contengono una quantità elevata del flavonolo “quercetina”, che in diversi studi ha mostrato possedere proprietà antinfiammatorie ed un ruolo importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Il differente profilo anti-ossidante delle varie cultivar di fico dipende dal loro colore: le varietà più scure hanno un più alto contenuto di polifenoli totali, mentre le varietà verde chiaro apportano meno polifenoli.10 Gli antociani contenuti nei fichi, contribuendo a mantenere livelli normali di lipidi nel sangue, svolgono un importante ruolo di prevenzione di diversi disturbi quali obesità, diabete, malattie cardiovascolari ed alcuni tumori.11
La sostanza bianca e appiccicosa che fuoriesce dal frutto acerbo del fico, chiamata lattice, può avere sia effetti benefici che avversi sulla nostra salute. Nel lattice sono presenti alcaloidi, tannini, fitosteroli in percentuale elevata ed acidi grassi.2 Tuttavia, vi è evidenza che tale liquido lattiginoso può causare irritazione per uso topico; per questo motivo a chi lavora con i fichi è vivamente consigliato di indossare i guanti per proteggere la loro pelle.3
Cinquantanove sono i composti volatili identificati in altre parti della pianta, tra questi monoterpeni, sesquiterpeni e norisoprenoidi.2,3 Questi composti sono principalmente presenti nelle foglie di fico, ad eccezione dei monoterpeni ritrovati nella buccia e nella polpa del frutto. Delle antocianidine isolate dalle foglie di fico, i derivati della cianidina e della pelargonidina sono quelli più abbondanti.2,3,10,12 Nella foglia sono stati identificati quattro triterpenoidi: bauerenolo, lupeol acetato, metil maslinate ed acido oleanolico.2 Recenti studi hanno confermato che i livelli più alti di questi composti bioattivi si trovano nella buccia del fico, supportando quindi l’evidenza che per assumere la maggior parte dei nutrienti presenti nella pianta è necessario consumare il frutto nella sua interezza. Le foglie e le radici del fico contengono steroli vegetali (in particolare triterpeni modificati) che, come noto, sono in grado di abbassare i livelli di colesterolo plasmatico bloccando l’assorbimento del colesterolo esogeno.2
STORIA D’USO E ATTUALE
Diverse le parti della pianta del fico (dalla polpa alle foglie, dalle radici al lattice) utilizzate dalla medicina tradizionale indiana e cinese.3,4,10,13 I fichi erano usati per trattare numerosi disturbi, tra cui anche comuni problemi digestivi come scarso appetito, coliche, indigestione, costipazione, dissenteria, infiammazione o ulcera all’intestino e parassitosi intestinali. Venivano inoltre usati per i loro effetti lassativi, antispasmodici, antibatterici ed antinfiammatori.2,3,10,13
Altri specifici impieghi del frutto comprendono il miglioramento della vista, l’attenuazione dei sintomi dell’asma, il trattamento dei disturbi cardiovascolari e di alcuni tipi di tumore (es. colon e polmone), il mantenimento dei normali livelli di glucosio nel sangue e il sollievo da mal di gola e tosse. Il lattice del fico era applicato localmente per eliminare pustole e verruche. 2,3,10,13
In Pakistan, ad esempio, i fichi oltre ad essere un alimento tradizionale per l’uomo, erano usati come mangime per il bestiame, mentre la pianta era usata come combustibile, come materiale di copertura, per produrre utensili da lavoro o anche semplicemente per farsi ombra.13 Prima che la coltivazione della canna da zucchero (Saccharum officinarum L., Fam. Poaceae) diventasse importante, i fichi erano perfino usati come fonte di zucchero.5
In alcuni paesi europei, lo sciroppo di fichi è usato come blando lassativo; a contribuire a tale effetto sono i fenoli, i flavonoidi, gli antociani e la cellulosa presenti nel frutto.14
EFFETTI BENEFICI POTENZIALI
Grazie all’elevato contenuto in composti bioattivi, il fico (frutto, foglie e lattice) viene studiato per i suoi potenziali effetti benefici sulle malattie cardiovascolari e sul diabete. Si tratta per lo più di studi su modelli animali, i cui risultati dovranno pertanto essere comprovati nell’uomo.
- SALUTE CARDIOVASCOLARE
In uno studio su ratti, la “quercetina-3-O-rutinoside” (rutina), glicoside flavonoico contenuto nel fico, è stata identificata come parzialmente responsabile degli effetti ipocolesterolemizzanti del frutto.15
Negli animali a cui era stata somministrata una dieta ricca di grassi integrata con fichi, per 8 settimane, si è osservata una maggiore riduzione dei livelli plasmatici di colesterolo totale, colesterolo LDL e di trigliceridi, con un aumento della concentrazione di HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”), eventi non rilevati nei due gruppi di controllo (gruppo alimentato con una dieta normale senza supplementazione ed uno nutrito con una dieta ricca di grassi non integrata con fichi). I ricercatori hanno ipotizzato che tali effetti possono essere dovuti alla capacità della rutina di aumentare l’escrezione di colesterolo e dei polifenoli di inibire la sintesi endogena dello stesso.
In un altro studio condotto in ratti la somministrazione orale, per un mese, di una dose di un estratto idro-alcolico del frutto di Ficus carica L. (1.000 mg/kg) ha portato ad una significativa diminuzione della pressione sanguigna sia negli animali normotesi che nei ratti con ipertensione indotta dalla somministrazione per 3 settimane di glucosio 10%.16
- REGOLAZIONE GLICEMIA
I risultati di uno studio condotto su un modello di ratto diabetico hanno rilevato un potenziale effetto ipoglicemizzante del fico, legato alla capacità di questo frutto di inibire l’attività dell’α-amilasi, enzima deputato alla digestione nel pancreas dei carboidrati assunti con la dieta.11,17 Dallo studio è inoltre emerso che i flavonoidi contenuti nei fichi agiscono migliorando nel suo complesso il metabolismo del glucosio e riducono lo stress ossidativo. La quercetina, quando somministrata insieme al glucosio contribuisce a rendere più efficiente il trasporto di tale zucchero per un più corretto utilizzo da parte dell’organismo.
In ratti diabetici anche un estratto acquoso di foglie di fico ha mostrato proprietà ipoglicemizzanti, probabilmente dovute alla sua capacità di aumentare i livelli di insulina plasmatica.17
In un altro studio condotto su un modello murino di diabete, la somministrazione orale di “ficusin”, una sostanza estratta dalle foglie di Ficus carica, a dosi di 20 e 40 mg/kg p.c., per 28 giorni, ha ricondotto i livelli di glucosio nel sangue a valori normali. L’azione ipoglicemizzante di questa sostanza è probabilmente dovuta alla sua capacità di aumentare la sensibilizzazione all’insulina e di ridurre lo stress ossidativo, attività comprovata dall’aumento, in presenza di ficusin, delle attività degli enzimi antiossidanti SOD (superossido dismutasi), CAT (catalasi) e GPx (glutatione perossidasi).18
- PROPRIETÀ CITOTOSSICHE
In studi in vitro estratti di foglie e frutti di fico, nonché il lattice che fuoriesce dal frutto acerbo, si sono mostrati efficaci, a concentrazioni relativamente basse, nel bloccare la proliferazione di diverse linee di cellule tumorali.17,19 Composti isolati di resina di legno di fico sono stati identificati anche in studi sperimentali come potenti agenti citotossici che impediscono proliferazione di varie linee di cellule tumorali.20
- APPLICAZIONI TOPICHE ED ALTRI USI
Alcuni studi stanno indagando le potenzialità di alcune formulazioni a base di parti del fico per il trattamento topico di problemi cutanei. Uno studio clinico in aperto ha evidenziato una efficacia solo marginalmente minore del lattice di fico rispetto alla crioterapia standard nell’eliminare le verruche.21 In un trial clinico controllato con il controllo del placebo, l’applicazione di una crema contenente un estratto del frutto di Ficus carica L., applicata per 8 settimane sulle guance da 11 volontari, ha portato rispetto al controllo (crema base senza estratto) ad una riduzione significativa di melanina cutanea, ad una minor perdita di acqua transepidermica e di sebo cutaneo. Questi effetti, oltre a conferire alla crema un’azione idratante, suggeriscono un uso potenzialmente efficace contro iperpigmentazione, lentiggini, acne e rughe.22
Un recente studio in vitro ha valutato la possibilità di utilizzare un estratto di foglie di fico nel trattamento dei canali radicolari (devitalizzazione del dente) in odontoiatria al posto del più comune ipoclorito di sodio, tossico a contatto con il tessuto periradicolare. L’estratto ha mostrato proprietà battericide su Enterococcus faecalis, uno dei più comuni batteri patogeni presenti nei canali radicolari, alla concentrazione del 50%, dose che non ha mostrato proprietà citotossiche verso i fibroblasti, dimostrando quindi di essere un materiale biocompatibile.23
CONCLUSIONI
Il fico, pianta originaria dell’Asia occidentale, è apprezzato fin dai tempi antichi per i suoi “falsi” frutti dolcissimi, succulenti e carnosi. Questa pianta è oggi coltivata in molti paesi del Mediterraneo: Turchia, Grecia, Portogallo e Spagna, oltre a Stati Uniti, sono i principali produttori nel mondo di questo frutto.
Dal punto di vista nutrizionale, i fichi sono una buona fonte di fibre e di calcio. Contengono, inoltre, diversi composti attivi (fenoli, flavonoli, fitosteroli, antociani, cumarine, etc.), conosciuti per le loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e citotossiche. Queste sostanze non sono contenute soltanto nella polpa del frutto, ma anche nella buccia, nelle foglie e nel lattice, quella sostanza bianca, appiccicosa, che cola dal frutto acerbo una volta staccato dal ramo.
Specifici estratti del frutto e delle foglie di fico sono oggi studiati per scoprirne i potenziali effetti benefici sulla salute. Studi su modelli animali hanno evidenziato i possibili impieghi di queste preparazioni nel prevenire e trattare patologie cardiovascolari e diabete, mentre da sperimentazioni in vitro sono emersi i potenziali effetti citotossici di parti diverse del fico su differenti tipologie di cellule tumorali. Studi clinici sarebbero opportuni per dimostrare tali effetti nell’uomo. Altri studi stanno invece indagando le potenzialità di alcune formulazioni cosmetiche a base di estratti di fico nel trattamento di problemi alla pelle e di nuovi materiali in odontoiatria
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